Nuovo DPCM, torna l’autocertificazione: “Controlli a campione”

Con l’entrata in vigore del nuovo DPCM torneranno anche l’autocertificazione e i controlli di polizia per strada. Ma il Ministero dell’Interno avverte: “Sarà difficile controllare tutto.”

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Nuovo DPCM, come cambiano i controlli di polizia (Getty Images)

Il nuovo DPCM firmato nella notte dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ripristina l’obbligo di autocertificazione, soprattutto in alcune fasce orarie. L’introduzione del coprifuoco infatti limiterà gli spostamenti dalle 22 alle 5; un lockdown regionale invece potrebbe bloccare tutti gli spostamenti non indispensabili.

Si torna quindi ad una situazione simile a quella vissuta già all’inizio dell’epidemia in Italia, quando l’autocertificazione era obbligatoria per tutti gli spostamenti tra regioni. Questa volta però, secondo il Ministero dell’Interno, la situazione potrebbe essere più critica. La variabilità tra regioni, che potrebbero applicare restrizioni diverse in base ai parametri stabiliti dal Ministero della Salute, potrebbe compromettere l’efficacia dei controlli.

Per questo motivo dal Ministero dell’Interno, guidato dall’ex prefetta di Milano e Venezia Luciana Lamorgese, arrivano voci di controlli a campione nei principali snodi di traffico. Sembra impraticabile infatti la strada di bloccare tutti gli accessi alle stazioni, soprattutto le più grandi come Roma Termini e Napoli Centrale.

Nuovo DPCM, come cambiano i controlli di polizia

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Nuovo DPCM, come cambiano i controlli di polizia (Getty Images)

Insieme all’autocertificazione, il nuovo DPCM ha ripristinato anche i controlli di polizia in strade, autostrade e stazioni per verificare il rispetto della normativa. Rispetto al lockdown di marzo e aprile, però, la situazione rischia di essere più critica e meno chiara.

In un articolo del Fatto Quotidiano si fa l’esempio di due province del nord Italia, Lodi e Piacenza, tra le quali c’è ogni giorno un grande via vai di persone che lavorano in una e vivono nell’altra. Con le nuove regole però Lodi rischia di trovarsi in una zona rossa, mentre Piacenza in una arancione: la normativa non è ancora chiara su come funzioneranno gli spostamenti dovuti a gravi motivi.

La situazione quindi rischia di ridursi ad un grosso caos in cui ogni pattuglia applica le regole in modo diverso. Alcuni sindaci, come Marco Bucci a Genova e Dario Nardella a Firenze, hanno già chiesto al Ministero dell’Interno la possibilità di schierare i reparti mobili della Polizia. Al momento però il Ministero ha rifiutato l’autorizzazione.

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