Nelle ultime ore circola una proposta da parte del governatore della Regione Veneto, Zaia, sulla possibilità di allargare la disposizione dei tamponi ai medici

La Regione Veneto ha ottenuto la “palma” di migliore “gestore” dall’inizio dell’emergenza pandemica da Covid-19. L’intervento del virologo professionista Crisanti, in concomitanza delle disposizioni governative del Presidente Zaia sono state fondamentali per scongiurare definitivamente l’avanzata del virus durante la prima ondata.
La decisione di limitare l’evolversi del contagio ha trovato riscontro, sul tavolo politico della regione, nel prendere l’iniziativa di estendere i test per il tampone a tutta la popolazione della regione settentrionale. Un sistema a dir poco vincente che ha lanciato le ambizioni del virologo, autore di interventi proficui in diretta, ancora noto come il “salvatore” della patria.
I veneti hanno riposto le speranze di contenere la seconda terrificante ondata da Covid-19 proprio nel virologo che questa volta ha preferito temporeggiare su ulteriori decisioni esose, che avrebbero compromesso l’attività economica della regione. Ed ecco che il Veneto si è “abbassato” alle disposizioni governative, nella speranza (come tutte le altre) di veder flettere quanto prima la curva del contagio
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Regione Veneto, la “stravagante” soluzione del governatore Zaia

In seguito al nuovo DPCM varato per contenere l’emergenza sanitaria da Covid-19, il governatore Zaia è salito in cattedra, nelle vesti di veci dell’epidemiologo professionista, Crisanti. L’obiettivo del presidente è quello di alleggerire la Sanità Pubblica, evitando di affollare ulteriormente gli ospedali, che in alcune zone d’Italia prevedono addirittura l’assistenza all’interno dei mezzi adibiti al primo soccorso.
Per cercare di dare una svolta definitiva, l’idea di Zaia resta sempre quella di allargare la disposizione dei tamponi. Questa volta però a finire sotto la lente di ingrandimento, nel computo degli ausilii istituzionali è l’ordine dei veterinari.
Durante un’intervista, Zaia è intervenuto in maniera importante sull’argomento, dando disposizioni ai suoi sottosegretari di intercettare 2.450 volontari veterinari per fare i tamponi. L’idea del Presidente del Veneto ha una ragione ben precisa e va ricercata nel fatto che tutti gli uomini sono mammiferi, dotati di sette vertebre cervicali e un sistema di allattamento pro-neonati.
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Questo basterebbe a giustificare un allargamento dei test, salvaguardando contemporaneamente l’attività ordinaria dei Covid Center anche per evitare un ulteriore sovraffollamento dei pazienti all’interno degli ospedali





