Caso Marco Vannini, ecco le motivazioni della sentenza contro Ciontoli

L’omicidio Marco Vannini continua a far discutere. Nelle ultime ore, sono emerse, infatti, le motivazioni dell’ultima sentenza contro Ciontoli. Di seguito le notizie sull’accaduto

Marco Vannini
Marco Vannini

L’incredibile storia della morte di Vannini colpisce tutti da anni. Una pagina di cronaca nera a cui sentenze e aule di tribunale stanno cercando di dare giustizia, ma che ha profondamente segnato tutta l’Italia. Marco e un amore probabilmente malato con Martina. Un’unione familiare finita tristemente in tragedia e i Ciontoli, che dicevano di averlo accolto come un figlio, da nuovi genitori a carnefici.

E’ il 17 maggio 2015, nella villetta in Via Alcide De Gasperi si ritrovano Marco, Martina, Antonio Ciontoli, la moglie Mary, Federico e la fidanzata Viola Giorgini. Il sogno di Vannini di intraprendere la carriera da militare e il carattere possessivo di Martina fanno da sfondo alla tragedia. Alle ore 23 si sente un fragore, è il colpo partito dalla Berretta calibro 9 di Ciontoli. Da lì l’inizio della tragedia, l’agonia di Marco che morirà qualche ora dopo. Secondo le ricostruzioni, per diverso tempo i Ciontoli si sarebbero preoccupati solo di non aggravare la loro posizione. Decisione che ha condannato Marco a un inevitabile ritardo nei soccorsi e una morte lenta e dolorosa.

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Omicidio Marco Vannini: le motivazioni della sentenza che condanna Ciontoli

Ciontoli
Ciontoli

E’ così che lo scorso 30 settembre nel processo d’appello bis, Antonio Ciontoli è stato condannato a 14 anni per omicidio volontario con eventuale dolo. Nelle ultime ore sono emerse le motivazioni della sentenza, di seguito i dettagli: “I Ciontoli hanno dato spiegazioni inverosimili degli atteggiamenti da loro assunti. Essi rasentano, infatti, vera e propria crudeltà verso un ragazzo ferito che urla di dolore e viene rimproverato per questo motivo. Il ragazzo che è il fidanzato di Martina, proprio colui che Ciontoli afferma di tenere in considerazione come un figlio. Sono state, inoltre, ripetute menzogne ai soccorritori per 110 minuti sia prima del loro intervento che durante e dopo”.

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