Feltri come Trump: la misura social contro Libero: “Attività sospette”

Nella serata di ieri la misura social contro l’account Twitter ufficiale del quotidiano Libero. Vittorio Feltri su tutte le furie: il direttore editoriale come Trump.

libero twitter ban
Screen Twitter

Proprio come è stato per Donald Trump, anche l’account Twitter del quotidiano Libero è stato sospeso. Nelle ultime ore risulta impossibile accedere al profilo ufficiale del giornale se non attraverso una dichiarazione esplicita dell’utente. “Attenzione: questo account è temporaneamente limitato” si legge cercando sul noto social network il giornale diretto da Vittorio Feltri. Un ban aggirabile se l’utente decide di proseguire cliccando “Mostra il profilo“.

La motivazione di questo provvedimento di Twitter contro Libero? Secondo la policy del social dall’account del quotidiano sarebbero state eseguite attività sospette. La notizia in poche ore ha chiaramente fatto il giro del web, divenendo virale in breve tempo. Non è mancata la risposta al veleno di Vittorio Feltri contro la “misura” di Twitter, che solo pochi giorni ha aveva prima sospeso temporaneamente poi chiuso definitivamente l’account di Donald Trump.

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Twitter blocca Libero, la replica del quotidiano: senza motivo

Il provvedimento ha colpito l’account social di Libero nella notte e non si è fatta attendere la replica del quotidiano che ha in Vittorio Feltri il suo direttore editoriale. Nella versione online del giornale, infatti, è stato pubblicato un comunicato in cui si esprime perplessità per il ban imposto da Twitter. “Ancora non ci è chiara la ragione: basta consultare il nostro feed per rendersi conto che non c’è alcun contenuto che vìoli gli standard della comunità” si legge nella nota diramata in mattinata.

Non poteva mancare nemmeno la risposta di Vittorio Feltri che, di fronte al provvedimento adottato da Twitter, non ci è andato certo leggero nel suo sfogo contro il social network: “Noi siamo come Trump, va bene. Io ritengo che Twitter sia guidato da una banda di poveri ignoranti”. 

Vari esponenti del mondo giornalistico e politico hanno espresso solidarietà e vicinanza a Libero e alla sua redazione dopo il ban di Twitter.

 

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