Nel Lazio alcuni ristoranti prendo parte all’iniziativa “io apro” ma tira aria di flop. Arrivano i primi provvedimenti contro chi decide di restare aperto.
Su Internet è partita un’iniziativa sotto il nome di “Io Apro” che è stata lanciata su Telegram e al quale hanno partecipato un gruppo molto numeroso di ristoratori. La protesta è iniziata a seguito del totale abbandono delle istituzioni che hanno lasciato soli i ristoratori e i gestori di pub che da mesi si ritrovano con la serranda abbassata. Non esiste però una vera lista di locali che hanno aderito e si tratterebbe a quanto pare di un vero e proprio flop.
Il titolare del ristorante Dar Bottarolo di Tor Marancia ha detto a fanpage.it il motivo che ha spinto tanti ristoratori ad infrangere le regole. Quella di aprire è un’esigenza, da mesi i gestori dei ristoranti e pub sono senza soldi e rischiano di chiudere le loro attività per sempre. Il Governo li ha abbandonati a se stessi, senza dare sostegni e aiuti di nessun tipo. Per il titolare di Dar Bottarolo è stata un’emozione unica quella di poter tornare a lavorare, garantendo i dispositivi di sicurezza e la distanza tra i tavoli.
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La protesta dei ristoratori si rivela un flop: per ora nessuna multa
Aderisco all’iniziativa #IoApro di quell’Italia produttiva che non vuol morire fallita e non vuole l’elemosina. Preparatevi ad arrestare milioni di italiani e processateci per ‘reiterazione di carbonara’. Voi con gli scrocconi, noi con chi vuole lavorare! #AdessoBasta🇮🇹 #dpcm pic.twitter.com/fWKyLV4zmH
— Giorgio La Porta (@Giorgiolaporta) January 11, 2021
La protesta non ha avuto il successo che si aspettavano i ristoratori quando hanno lanciato l’iniziativa “Io Apro“, secondo la Fipe-Commercio si è usata la disperazione delle persone per poter infrangere la legge. Per adesso non sembra che ci siano state multe o provvedimenti per i ristoranti che hanno deciso di restare aperti nonostante il coprifuoco. Da domani, però, scatterà la zona arancione e le restrizioni per pub e ristoranti diventeranno ancora più rigide. Non si potrà più servire al banco, è concesso soltanto l’asporto e il servizio a domicilio.
Il ministro della salute Speranza ha chiarito che le misure imposte ai bar e ai ristoranti non sono soltanto necessarie, ma indispensabili per poter superare questo momento critico.