Laura Boldrini, dopo le minacce arriva la condanna: i dettagli

Arriva una notizia molto incoraggiante, una piccola vittoria per Laura Boldrini. E’ stata proprio la deputata a dare la notizia tramite Facebook.

boldrini vince la causa
Laura Boldrini (Fonte GettyImages)

Il fenomeno dell’odio online è uno dei temi più dibattuti a livello accademico, politico e sociale. Purtroppo, alcuni utenti del web diventano veri e propri leoni da tastiera e si trasformano nella peggiore versione di un essere umano. Insulti, odio, minacce solo tipici messaggi che chiunque si trova online può ricevere, soprattutto se sei un personaggio pubblico. La Deputata PD Laura Boldrini, però, ha detto no!

Anche lei recentemente aveva ricevuto una valanga di commenti di hater. La sua risposta è stata secca e decisa. La marchigiana ha, infatti, deciso di denunciare l’utente che le aveva scritto messaggi di odio. In queste ore è arrivata una bellissima notizia per la politica che si è premurata di condividere, in prima persona, con gli utenti del web tramite un post Facebook.

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Laura Boldrini ottiene la vittoria: “Non facciamoci intimidire”

boldrini contro hater
Deputata PD Laura Boldrini (Fonte GettyImages)

La politica marchigiana ha comunicato tramite il suo profilo Facebook di aver ottenuto una piccola vittori che significa molto per il dilagante fenomeno dell’odio online. Infatti, la Boldrini ha scritto “fermare la violenza, che oggi in Rete dilaga deve essere un impegno di tutte e tutti noi”. Ma cosa era successo? La Deputata PD aveva denunciato un uomo che aveva lasciato una commento d’odio sotto un suo post, che diceva “per la Boldrini sempre più piombo delle p38″.

Fortunatamente la politica ha vinto il caso riuscendo ad ottenere una condanna per sei mesi ai danni dell’hater. Questo è un piccolo, ma significativo passo in avanti in quanto rende tutti coloro che scrivono sul web responsabili. E’ stato finalmente creato un precedente e tutti dovranno rispondere delle proprie azioni nel momento in cui si lasciano andare all’odio online.

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