Vaccino Covid, cambia tutto? Così si stravolge l’ordine dei pazienti

Possibile quanto importante novità in arrivo per quanto riguarda il vaccino Covid. Potrebbe infatti essere stravolto l’ordine di somministrazione del farmaco grazie a un algoritmo.

Personale sanitario con il vaccino per il Covid
Iniezione del vaccino per il Covid-19 – Immagine di repertorio (Getty Images)

Possibile quanto importante novità in arrivo per quanto riguarda il vaccino anti Covid. Presto, infatti, potrebbe subire una modifica l’ordine di priorità di somministrazione del farmaco.

Sarebbe oggetto di studio un algoritmo che stravolgerebbe l’ordine già prestabilito per la distribuzione della cura: non più prerogativa solamente l’età del paziente ma verrà dato un importante peso anche alla sua cartella clinica. Fino a oggi sono stati vaccinati, oltre a operatori sanitari, i pazienti più anziani. Da poche settimane è stata avviata la somministrazione del farmaco agli over 80, e a mano a mano è prevista la “discesa” sino ai più giovani.

È oggetto di studio però un’intelligenza artificiale che, basandosi su un algoritmo, potrebbe in parte stravolgere questo ordine. L’età non conterebbe più (o meglio, non conterebbe solo l’età come fino ad adesso), ma verrà considerata anche la cartella clinica del paziente. Un cinquantenne con patologie pregresse, insomma, potrebbe ricevere il vaccino prima di un settantenne in buona salute.

L’algoritmo è stato sviluppato da Gianni Corrao, professore di Statistica medica all’Università Milano Bicocca.

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Vaccino Covid: l’ordine lo fa l’AI?

A ogni cittadino l’intelligenza artificiale assegna un indice di vulnerabilità in base allo studio di diversi parametri. Non più solo l’età presa in considerazione, ma anche il profilo clinico del paziente, arrivando a individuare per nome e cognome le persone dai 18 ai 79 anni che hanno la priorità al vaccino.

Grazie a questa nuova modalità, per ora adottata solo in Lombardia ma estendibile anche alle altre regioni, si vanno a individuarei pazienti più fragili a prescindere dalla loro età anagrafica, riuscendoli a vaccinare prima che vengano colpiti dal Covid.

In questo modo si potrebbero evitare ricoveri in ospedale, alleggerendo la pressione sulle strutture che in questi mesi hanno lavorato spesso ben oltre la loro capacità.

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