Mago Forest, la confessione sul passato a Fabio Fazio: “Ho iniziato in carcere”

Michele Foresta, in arte Mago Forest, si è lasciato andare a una confessione del tutto inedita da Fabio Fazio: di mezzo il carcere.

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Fabio Fazio durante una puntata di Che tempo che fa (Getty Images)

Molto spesso, di alcuni personaggi che hanno fatto la storia della televisione, o meglio di qualche specifico format televisivo, vorremo sapere di più. Qualcuno del loro privato, dei loro inizi, di chi sono al di là di ciò che fanno vedere sul piccolo schermo. Piccole curiosità. Dopo una vita nel tenere compagnia durante specifiche serate.

Uno di questi potrebbe essere benissimo Michele Foresta, in arte Mago Forest, un volto della televisione noto ormai da anni. Un mese fa esatto, 22 febbraio 2021, il mago della televisione trash, divertente ed esilarante, ha compiuto 60 anni. Una cifra tonda, la quale avrà aperto più il cuore che la mente.

L’età passa e lui si vuole raccontare. O meglio: vuole raccontare qualche aneddoto del passato, rimasto fin troppo coperto e che vale la pena far conoscere al pubblico che lo segue da sempre. Di mezzo, questa volta, c’è il carcere.

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Gli inizi del Mago Forest nel carcere di San Vittore a Milano

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Il Mago Forest durante un suo spettacolo (Getty Images)

Prima si è lasciato andare in un’intervista a TvMia e poi l’ha ribadito da Fabio Fazio. Originario della Sicilia, esattamente del comune di Nicosia, in provincia di Enna, Michele Foresta ha lasciato l’isola in giovane età per cercare di sbancare in quel di Milano.

E appena arrivato in città si è ritrovato in carcere, non di certo per qualche reato commesso, ma per tutt’altro motivo: “Stavo facendo il militare – confessa il Mago – e fui assegnato alla casa di reclusione di San Vittore. Lì ho iniziato a provare i miei numeri”.

Proprio così. Il Mago Forest, che in tempi non sospetti ha pubblicato anche un libro dal titolo Come diventare maghi in 15 minuti, ha iniziato la sua carriera nel carcere di Milano, tra i detenuti e i suoi ex colleghi in divisa. Alla fine, però, come lui spesso sa fare, lascia tutti con una battuta molto ironica ma anche un po’ al vetriolo: “Si faceva meno fatica a far ridere quelli di San Vittore, che oggi a Che tempo che fa”.

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