Dopo sei puntate finisce il programma Canzone Segreta: Serena Rossi non riesce a trattenere le lacrime. Un omaggio davvero sentito.
Quanto accaduto in questi due anni (tutto il 2020 e parte del 2021) non sarà affatto dimenticato. Rimarrà nelle memorie di tutti noi. Nei nostri ricordi, in tutto ciò che abbiamo visto e in tutto ciò che abbiamo provato. Parliamo della lotta che abbiamo condotto, tutti quanti, in tempi di pandemia. E che molti continuano a portare avanti.
Ma oltre alla lotta, arrivano anche le parole. Le parole, quando penetrano il cuore delle persone, sono come il desiderio: potenzialmente rivoluzionario. E quest’ultime, pregne di poesia, si possono trovare anche all’interno di un programma televisivo. Com’è lo è stato per l’ultima puntata di Canzone Segreta, programma in onda su Rai 1 e condotto da Serena Rossi.
Quest’ultima è stata la protagonista indiscussa dell’ultima puntata. Anzi, oltre a lei, i protagonisti sono stati più di 100mila. Tutte quelle vittime che non hanno portato a termine la battaglia come volevano e come i loro cari speravano. È tempo di omaggiarli come si deve, con una canzone che rintocca come inno alla speranza.
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Serena Rossi canta La Cura di Battiato: le lacrime per le vittime
Sei puntate. Tante sedie vuote, il pubblico che non c’è e continua a non esserci. La televisione non si è spenta, ha cercato di fare compagnia in qualche modo. Di portare allegria nel dolore delle persone. Canzone Segreta è stato uno di questi programma, con la conduzione dell’attrice e cantante Serena Rossi.
Ieri sera, martedì 20 aprile, è stata la volta della sesta e ultima puntata. Ed è stato anche il momento dei saluti e della lacrime, non tanto per aver concluso una bellissima esperienza, che già di per sé equivarrebbe a un momento di commozione, quanto per le vittime del Covid.
Serena, mentre sullo schermo passavano tutti i nomi delle vittime, ha cantato, con cuore e anima, La Cura di Franco Battiato, e le lacrime sono scese una a una. Una canzone scelta appositamente, per tornare a parlare di cure dopo il dolore, di risalita dopo la profonda discesa verso un lungo burrone, che sembra non aver fine. Un omaggio sentito, per tutte quelle che persone che ci hanno lasciato anzitempo per “colpa” di un maledetto virus.
