Anche Alfonso Signorini ha voluto esprimere la sua sulla love story più chiacchierata del momento, quella tra Can Yaman e Diletta Leotta

Dalle pagine de Il fatto quotidiano, il direttore del settimanale Chi Alfonso Signorini ha raccontato di sé, del suo passato e si è anche perso in chiacchiere a proposito dei gossip del momento Nel corso dell’intervista, il giornalista conduttore ha emozionato raccontando dei periodi difficili che ha dovuto affrontare: dalla leucemia fino al covid-19 che ha contratto recentemente e che, per fortuna, ha superato.
Signorini, da buon “gossipparo”, non ha potuto fare a meno di esprimere la sua opinione a proposito della storia d’amore più chiacchierata del momento, quella tra l’attore turco Can Yaman e la giornalista di DAZN Diletta Leotta. Secondo le indiscrezioni, i due sarebbero dovuti convolare a nozze prossimamente dopo la proposta di matrimonio e l’importante anello di fidanzamento mostrato per qualche tempo sui social dalla bella conduttrice. Poi, il gelo. Lui è volato in Turchia e ha chiuso, per poi riaprirli, i suoi canali social. E secondo lo scoop di oggi di Dagospia, alla base della loro rottura ci sarebbe il vice presidente della Roma Ryan Friedkin.
I dubbi di Alfonso Signorini sulla veridicità della storia tra Can Yaman e Diletta Leotta
Alfonso Signorini lascia spazio a pochi dubbi. Secondo lui, la love story che era destinata a far sognare milioni di fan con un matrimonio da fiaba, in realtà sarebbe stata tutta una trovata pubblicitaria. E lo sappiamo, quando si tratta di gossip il giornalista ci vede sempre molto lungo.
“Non ci credo fino in fondo, è troppo bella per essere vera” è stato il commento del conduttore del Grande Fratello Vip. Quasi confermando le ipotesi che più di qualcuno aveva fatto quando i primi rumors sulla coppia avevano cominciato a circolare. Tra l’altro, era stato proprio il settimanale Chi lo scorso gennaio a dare lo scoop sulla coppia avvistandoli insieme quando ancora i due si nascondevano dai flash dei paparazzi e attraverso Instagram si mandavano segnali poco in codice visto che in molti avevano cominciato a sospettare di loro.
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