Razzo cinese, ecco quando cadrà: quanto rischia l’Italia?

Cresce la preoccupazione in merito alla traiettoria del razzo cinese in orbita che questa notte impatterà con la Terra. In Italia si è appena concluso un tavolo tecnico

Razzo cinese traiettoria
Lancio di un razzo nello spazio (fonte: Getty Images)

Il razzo cinese Lunga Marcia 5B impatterà questa notte con la Terra. L’orario previsto è stato calcolato in un range di sei ore che va dall’una di questa notte fino alle sette del mattino di domani. Nel pomeriggio grande allarme si è diffuso nelle regioni del Sud Italia tanto che alcuni sindaci hanno diramato l’allerta di non lasciare le proprie abitazioni. Inoltre, la Protezione Civile ha riunito questo pomeriggio un tavolo tecnico per seguire l’evolversi della situazione. E in ogni angolo del pianeta il razzo è costantemente monitorato.

Nonostante tutte queste precauzioni, non ci dovrebbero essere troppe preoccupazioni a riguardo. Inoltre, le probabilità che impatti l’Italia sono molto basse, ancor più remote che a essere coinvolte siano cose o persone. Infatti, il razzo che ad aprile ha portato in orbita la prima parte della nuova stazione spaziale cinese, è lungo 30 metri e pesante 18 tonnellate. Gran parte si disintegrerà nell’atmosfera e sulla Terra arriveranno soltanto piccoli frammenti.

Le probabilità che il razzo cinese arrivi nel Sud Italia

Le probabilità che il razzo precipiti su una delle regioni del Sud Italia è molto remota, ma comunque non impossibile. L’invito della Protezione Civile è dunque quello di restare in casa e lontano dalle finestre e di non toccare oggetti sospetti che siano venuti a contatto col suolo.

In ogni caso, niente paura! Basta pensare che il razzo viaggia a una velocità di 28mila km all’ora, circa otto al secondo. Quindi, considerando che il lasso di tempo entro cui è atteso sulla Terra è di circa sei ore, durante le quali l’oggetto potrebbe tranquillamente compiere quattro volte il giro del mondo, ogni secondo di ritardo cambierebbe radicalmente la sua destinazione. Non resta che attendere. In ogni caso, è ancora una volta la Protezione Civile su Twitter a smorzare la tensione sulla eventuale pericolosità dell’evento.

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