Oggi, un anno fa, moriva George Floyd. A Minneapolis, in queste ore, è stato organizzata l’ennesima protesta contro la polizia.
È passato un anno da quando quell’ “I can’t breathe” sussurrato con la voce rotta e il fiato spezzato fece il giro del mondo. Le immagini erano quelle degli ultimi minuti di vita di George Floyd, uomo nero fermato dalla polizia e ucciso da un ginocchio sulla gola di un agente che lo ha immobilizzato per lasciarlo soltanto dopo che aveva esalato l’ultimo respiro.
A riprendere la scena un passante. Il caso suscitò l’indignazione di tutti, soprattutto della comunità afroamericana di Minneapolis che cominciò a mettere a ferro e fuoco la città ancora nella morsa della pandemia. Poco più di un mese fa, il poliziotto responsabile della morte di Floyd, Derek Chauvin, è stato condannato per omicidio colposo, omicidio di secondo grado preterintenzionale e omicidio di terzo grado. Si attende in questi giorni la decisione sull’entità della pena.
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George Floyd: così l’America lo commemora a un anno dalla morte
A Minneapolis la comunità afroamericana si è riunita per commemorare Floyd a un anno dalla sua scomparsa. Il presidente Joe Biden riceverà invece oggi i familiari dell’uomo alla Casa Bianca. All’epoca dei fatti era ancora Donald Trump il tycoon e allora la sua posizione non fu così netta come quella del suo successore che, invitando i Floyd, dimostra di appoggiare la loro battaglia contro la violenza ingiustificata della polizia.
Proprio in questi giorni si sta discutendo al Congresso una riforma della polizia. L’idea era quella di approvarla proprio entro la data di oggi, ma l’iter è in stallo a causa delle trattative. Nel frattempo, la procuratrice di New York Letitia James ha anticipato il Congresso proponendo una stretta sull’uso della forza da parte degli agenti di polizia. Deve essere usata solo come soluzione estrema dopo che tutte le alternative sono state provate.
L’avvocato di George Floyd: «È caduto un muro» https://t.co/dA0JH2llcD
— L’Espresso (@espressonline) May 24, 2021
