Sconvolgente fotomontaggio social del vice sindaco no vax: le reazioni!

Il vice sindaco no vax del comune di Bistagno, in provincia di Alessandria, ha fatto scoppiare una polemica social dopo aver postato un fotomontaggio ritenuto offensivo.

vaccino Covid
vaccino Covid (getty images)

Si accende la polemica social intorno all’ennesima dichiarazione no vax che questa volta arriva da parte del vice sindaco di Bistagno, comune alle porte di Alessandria. L’esponente politico locale ha pubblicato su Facebook una foto dell’ingresso del campo di concentramento di Auschwitz. Sul cancello da sempre troneggia la scritta “Il lavoro rende liberi”, ma Riccardo Blengio, il vice sindaco in questione, ha sostituito la scritta con “Il vaccino rende liberi“, suscitando non poca indignazione.

Tra i commenti, Blengio ci ha anche tenuto a sottolineare che non si è vaccinato e che non lo farà. Oltre la reazione del mondo dei social, forte si è levata la voce Federico Fornaro, capogruppo Leu alla Camera. “Quel fotomontaggio è indegno, un’offesa alla memoria dell’Olocausto e inoltre alimenta un clima negativo nei confronti dei vaccini”.

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Vice sindaco no vax: la richiesta al sindaco e la risposta via social

Fornaro, che ha espresso solidarietà al sindaco di Bistagno che tanto si è impegnato per avere un hub vaccinale nel proprio comune, ha chiesto che vengano revocati a Blengio l’assessorato e la carica di vice sindaco. Richieste che pare verranno accolte.

Nel frattempo, sempre attraverso Facebook, il diretto interessato ha scritto un post fiume per difendersi dalle accuse ricevute. “L’intento era ovvio – scrive – far notare che le attuali intenzioni dei governi europei riguardo all’obbligo di Green pass con relativa discriminazione dei non vaccinati relegati al ruolo di cittadini di serie “B”, sono criminali”.

Si attendono in queste ore le decisioni del sindaco, mentre è arrivato anche il commento del consigliere regionale del Partito Democratico Domenico Ravetti: “Profondamente indignato, questo post è un’offesa alle vittime dell’Olocausto”.

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