Lele Mora su Gioia: "E pensare che volevo farmi frate"

Ve lo vedete Lele Mora frate? A pensarci bene avvolto in un bel saio non staserebbe poi così male, se non fosse quel viveur che tutti conosciamo. Eppure il manager dei vip italiani i voti li voleva prendere davvero, “per vocazione”. Lo confessa lui stesso al settimanale Gioia in edicola oggi.Volevo farmi frate. Ho fatto la quinta elementare e due anni delle medie in un convento di cappuccini a Rovigo. Sentivo la vocazione. Poi ho capito che la vocazione non era così forte. Troppi sacrifici”. Meglio la Costa Smeralda, in effetti, belle donne, bei ragazzi e soldi facili.

Se lo ricorda bene il suo periodo d’oro, Lele Mora, tanto distante dall’austerità del convento. “Dal 1990 al 2005. Gli anni più belli. Sembrava che tutto dovesse passare da Lele Mora. Sembravo potentissimo, e non era vero. Ho solo lavorato tanto, facevo soldi per me e per chi stava con me”. L’errore più grande? “Non mi sono accorto in tempo che la frequentazione con Corona distruggeva quello che avevo costruito”.

E proprio a proposito del presunto “scandalo sessuale” per la presunta relazione con il re dei paparazzi, Mora ci torna sopra sibillino:”Ognuno va a letto con chi vuole e in casa sua fa quello che preferisce. Le tendenze personali devono restare tali, l’importante è la discrezione”. E restando in tema, il nostro spende una parola anche per Berlusconi e la sua recente (e infelice) battuta sui gay: “Non è stata capita: lui non odia i gay, guardi quanti ce ne sono a Mediaset e Mondadori…”.

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