Mirafiori, tensione su referendum

Si avvicina la data del 13-14 gennaio, quando il destino dello stabilimento torinese della Fiat, ma forse di tutto il gruppo italiano in Italia, sarà deciso dal referendum promosso dai sindacati, per verificare l’adesione o meno dei lavoratori all’accordo, che rilancerebbe Mirafiori, con investimenti che puntano a produrre modelli Alfa Romeo e Jeep.

Dovessero sciaguratamente prevalere i no, l’azienda ha già comunicato che farebbe le valigie e traslocherebbe altrove, perchè non ci sarebbero più margini per trattare miglioramenti di produttività e quindi per adeguare la produzione alla necessaria competitività internazionale.

La tensione è alta; l’accordo di Pomigliano e Mirafiori ha spaccato il sindacato, con la Fiom nettamente contraria, e all’interno della stessa Cgil si è arrivati a uno scontro duro tra la segreteria confederale e i metalmeccanici.

Favorevoli al nuovo contratto sono Fim, Uilm, Ugl, principalmente, che ritengono molto probabile una vittoria dei sì, sebbene a sbilanciarsi sia solo la Uilm, che indica un successo tra il 70 e l’80%.

All’interno della fabbrica, alcuni lavoratori della Fiom, contrari all’accordo, hanno costituito un comitato, dei cosiddetti “121”, che invita chiaramente i colleghi di fabbrica a votare no. E proprio sull’esito del referendum si registrano tensioni ai cancelli della fabbrica, tra sostenitori dell’accordo e i contrari.

Tra due giorni tutto questo sarà finito. Forse venerdì sera, si farà un grande passo avanti verso il futuro!

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