Mirafiori, ora tutti per l’accordo e la Fiom minaccia querela

Dopo il successo dei sì al referendum per l’accordo sullo stabilimento Fiat di Mirafiori, sebbene la vittoria sia stata meno travolgente di quella di Pomigliano, ora tutto il mondo politico e industriale si schiera in favore del nuovo contratto. Parole di soddisfazione sono state espresse dal Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che sottolinea come con il sì al referendum sia emersa la linea dei suoi tre anni di Confindustria; quasi a mettere il cappello su un accordo che l’ha vista esclusa del tutto, insieme all’associazione da lei guidata, da qualsiasi spazio di manovra e di trattativa, addirittura estromessa formalmente, con la creazione di una newco al di fuori della Confindustria.

Ora si accoda all’entusiasmo persino il padron del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti, che ritiene l’accordo un grande passo avanti verso il futuro.

L’atmosfera è di quelle di chi ha capito che da oggi, pur evitando un ipocrita incensamento dell’ad Marchionne, le relazioni industriali forse sono cambiate del tutto, con lo svecchiamento dello satnco modello di contrattazione a cui eravamo abituati, con lunghi periodi di trattative, che penalizzano anzitutto i lavoratori, e con un linguaggio e una tipologia di relazioni tra le parti, improntate più a una discussione ideologica che sui problemi reali dell’azienda specifica.

A Pomigliano e Mirafiori non ha vinto il modello Marchionne, semplicemente per una volta l’Italia è stato un Paese dell’Occidente.

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