Il dialogo impossibile tra Cgil e Confindustria

Ieri, alla casa della cultura a Milano, in cui erano presenti anche il direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, e il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, tra il segretario confederale della Cgil, Susanna Camusso e il Presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, vi sono stati dei botta e risposta che non lasciano intravedere la possibilità di un dialogo tra le due parti, dopo le ben note vicende Fiat di Mirafiori e Pomigliano.

La Marcegaglia ha accusato la Cgil di essere il problema, perchè anzichè cavalcare il cambiamento, non firma gli accordi. Replica subito la Camusso, secondo cui la Cgil penserebbe solo alle condizioni dei lavoratori e urge un sistema di regole che garantisca la pluralità del sindacato e una maggiore rappresentanza e democrazia per i lavoartori, all’interno delle aziende.

Nonostante il presidente di Confindustria abbia cercato di lasciarsi alle spalle le incomprensioni, rivolgendosi alla Cgil e invitandola al dialogo sul nodo della produttività, non pare che tra le parti ci sia spazio per il dialogo. La Cgil si sente nell’angolo e vorrebbe uscire fuori dalla situazioni di isolamento con un atto di forza, che ne mostrasse l’indispensabilità agli occhi dei lavoratori. 

Ma dopo che il Pd non ha potuto che schierarsi con il sì, la Camusso sente di essere rimasta isolata e teme che il modello Marchionne possa ripetersi in altre trattative nazionali, con il rischio che il sindacato più di sinistra d’Italia rimanga spiazzato in ogni angolo del Paese e fuori dai cancelli delle fabbriche a fare inutile ostruzionismo.

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