Lutto in Rai: è morta Laura Mambelli

Di solito siamo qui a parlare di notizie allegre, fresche, del comico che fa ridere di quà e della serie televisiva che brucia record dall’ altra parte. Invece oggi è doveroso soffermarci su un tragico avvenimento legato all’ universo televisivo. Ieri, nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, ci ha lasciati Laura Mambelli.

Tutti voi avranno visto almeno una volta il suo viso: la Mambelli era l’ anchorwoman del TG1. Nella stessa giornata di ieri i suoi colleghi della redazione del Tg di casa RAI le hanno dedicato un servizio nell’ edizione delle 13.30. Nata come giornalista per svariati quotidiani tra cui il Corriere della Sera, la Mambelli era arrivata alla Rai nei primi anni ’90 dove si è dedicata alla redazione degli speciali, prima di ottenere i suoi primi incarichi come inviata. Alla conduzione del TG era giunta nel 2007 occupandosi della fascia notturna. Nel 2010 si sono fatte sempre più ricorrenti le sue apparizioni come volto del telegiornale pomeridiano.

Nel suo curriculum vanta anche collaborazioni con Michele Santoro per il suo programma “AnnoZero“, e inchieste scottanti come il caso di Giuliana Sgrena, il terremoto che ha colpito la scuola di San Giuliano di Puglia nel 2002 e l’ alluvione di Messina del 2009.

Ci ha lasciato ieri, in un giorno in cui sarebbe dovuta essere davvero felice, strappata da una breve ma fatidica malattia.

L’Usig Rai, il sindacato dei giornalisti della Radio Televisione Italiana la ricorda con un messaggio:

Grande tristezza pervade tutti noi per la prematura scomparsa di Laura Mambelli, collega che ha interpretato l’impegno nel servizio pubblico raccontandoci con garbo e semplicità tanti fatti di cronaca”. “Un volto pulito – ricordano i colleghi – capace di esprimere candore anche ponendo domande impegnative non si riproporrà più ai telespettatori del Tg1. Oltre che alla famiglia la solidarietà dell’Usigrai va proprio ai colleghi della testata ammiraglia, che hanno avuto Laura come quotidiana stimata compagna di viaggio. Il dolore e il rammarico per le doti umane e professionali che la morte porta via sono se possibile accresciuti perché ciò è avvenuto ad appena 50 anni di vita”

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