Nel Corriere scontro aperto tra poteri forti

La poltrona traballante del direttore Ferruccio De Bortoli, al Corriere della Sera, il primo quotidiano nazionale in Italia, ha fatto scattare tutta una serie di ipotesi sulla mano che avrebbe deciso di epurare il giornalista, messo a quel posto soltanto un anno fà, quando aveva sostituito Paolo Mieli.

L’intervista dell’imprenditore Diego Della Valle a Repubblica consente di dare una lettura più agile di cosa stia accadendo dentro il Corriere.

Sono quattordici i soci forti del patto di sindacato che controlla da solo il 65% delle azioni. Tra questi c’è appunto Della Valle, il quale spiega stizzito come sia per nulla normale che due vecchietti arzilli, che sarebbero Cesare Geronzi e Giovanni Bazoli, rispettivamente a capo di Generali e Intesa, facciano il bello e cattivo tempo, senza passare per gli organi deputati alle nomine, come il cda.

Della Valle, in particolare, rivendica il potere dell’impresa, che immette capitali nel sistema, di avere una sua forza autonoma e decisiva, contro un sistema bancario, che esce ammaccato dalla crisi partita nel 2008 e che sta, in effetti, riequilibrando, come in questo caso, i rapporti, in favore del sistema delle imprese.

La Tod’s di Della Valle si è ancora più affermata durante la crisi, diventando un’azienda di scarpe di lusso, con profitti in crescita e una visibilità, che il suo capo ha voluto alzare, ad esempio, con il finanziamento della ristrutturazione del Colosseo per 25 milioni di euro.

Difende De Bortoli il padron delle scarpe di lusso, ma la sua è una difesa del capitalismo industriale contro lo strapotere bancario. E in questo equilibrio difficile tra i due mondi, è sempre più arduo dirigere un quotidiano che dovrebbe contemporaneamente dar voce alle posizioni contrapposte.

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