BCE lascia invariati i tassi, ma rimanda la stretta

Ieri, il Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea ha deciso di lasciare inalterati i tassi di riferimento per l’Eurozona, all’1%, lo stesso tasso, indicato dal maggio 2009. Confermata, quindi, al momento la volontà di non procedere a una stretta monetaria, per evitare di indebolire la fragile ripresa in atto nei Paesi dell’area euro. E, tuttavia, il Presidente della BCE, Jean-Claude Trichet ha detto chiaro e tondo di monitorare con attenzione l’evoluzione del tasso di inflazione, che a gennaio era al 2,4%, cioè oltre la soglia massima obiettivo del 2%.

Pertanto, lo stesso governatore ha ammonito che l’istituto farà di tutto per evitare che le aspettative di inflazione possano riscaldarsi, anche in previsione di un riabbasamento dei prezzi, solo alla fine dell’anno.

Pesano e preoccupano due incognite: Irlanda e Egitto. L’Irlanda è in campagna elettorale, in quanto si voterà a fine mese e la paura è che possano ottenere molti consensi quei partiti dichiaratamente contrari all’accordo sul risanamento che il Paese celtico ha contratto con UE e BCE, in cambio degli aiuti finanziari.

Preoccupa, e tanto, poi, il caso Egitto; c’è il timore che il precipitare della situazione politica comporti un blocco delle navi petrolifere che passano dal Canale di Suez, con un conseguente aggravio dei costi, per il trasporto di greggio, che avrebbe un impatto negativo sui prezzi.

Pertanto, la stretta di Trichet è solo rimandata e non si esclude che abbia inizio con l’arrivo della primavera.

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