Materie prime, allarme Fao su prezzi alimentari

La Fao ha lanciato l’allarme prezzi da mesi, ma ora ha intensificato il suo appello a fare qualcosa per calmierare i prezzi delle materie prime e cercare di attutire i devastanti effetti sociali, che questi potrebbero comportare su tutto il pianeta.

Secondo il Food Price Index, un indicatore della Fao sui prezzi di alcuni beni alimentari di riferimento, mai come oggi il prezzo del cibo è così alto, essendo l’indice schizzato a quota 230,7 punti, un rialzo di circa 7 punti dallo scorso mese di dicembre. E pensare che l’apice dell’indice era stato raggiunto appena prima della crisi, quando i prezzi degli alimentari avevano raggiunto un indice di 224,1 punti. Quindi, già ora siamo sopra i picchi del 2008, e ai massimi da quando la Fao effettua le sue rilevazioni sui prezzi delle materie prime, cioè, dal 1990.

L’organizzazione che si fonda sulla lotta alla povertà parla di effetti gravissimi soprattutto a carico dei Paesi più poveri, dove le famiglie spendono già una maggiore quota del loro reddito per l’acquisto di generi alimentari. 

Le ragioni di tali aumenti vanno ricercate, dicono a Roma, nel calo della produzione di beni agricoli in Russia e Australia, ad esempio, per effetto di sciagure meteo, che hanno compromesso il livello dei raccolti; così come altra ragione potrebbe consistere nell’aumento del prezzo del petrolio, che ha ripercussioni sui prezzi alla produzione; non ultima, la speculazione, tornare a ruggire, ai primi accenni di ripresa dalla crisi.

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