Crisi in Libia, sale prezzo petrolio

Come facilmente si era previsto, la crisi libica ha colpito subito e in modo piuttosto evidente. Essendo lo stato nordafricano uno dei maggiori produttori di gas e petrolio, il caos politico-istituzionale in cui Gheddafi ha trascinato Tripoli non poteva non avere pesanti ripercussioni sulle economie importatrici di greggio, tra cui proprio l’Italia.

Il rischio molto alto che oltre al gas siano interrotte anche le forniture di petrolio e uno scenario politico post-Gheddafi, in cui un nuovo corso politico potrebbe essere battezzato all’insegna delle ritorsioni contro un silente Occidente verso le stragi di civili hanno fatto schizzare all’insù il prezzo del greggio al barile.

A Londra, le sue quotazioni hanno già ampiamente superato i 105 dollari al barile, e in Asia si avvicina a passo rapido verso 100 dollari al barile, attualmente sostando sopra i 96 dollari.

La conseguenza del maggiore prezzo del greggio è già stato un immediato rincaro della benzina alla pompa, con aumenti medi di Eni per 1,5 centesimi al litro per benzina e diesel, che portano il prezzo medio del carburante in Italia a 1,521 euro al litro, e quello del gasolio oltre quota 1,40 al litro.

Una situazione che difficilmente sarà destinata a migliorare nel breve termine, a causa del dilagare delle proteste in tutto il mondo arabo, produttore di petrolio.

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