I macachi sanno di non sapere

I macachi sono spesso analizzati in esperimenti e studi psicologici a causa della loro intelligenza e della loro capacità di rispondere a dei quesiti di varia natura. Risalgono a circa un anno fa degli studi molto interessanti di Harry Harlow che dimostrarono quanto fosse importante il contatto fisico dei cuccioli con la madre, e non tanto per il bisogno di cibo dei cuccioli, ma perchè questi avevano un forte legame affettivo e sentimentale che li univa alla madre.

Più recente è invece un altro studio che ha avuto come scopo quello di capire se i macachi avessero la consapevolezza di quello che potevano fare e se potessero avere dei dubbi sulle loro scelte. Sembrerebbe una ricerca banale, ma in caso di esito positivo questo avrebbe portato a rivalutare tutta una serie di aspetti sulla coscienza di sè e di quello che si fa. Lo studio  condotto dal professor John David Smith della State University di New York e da Michael Beran della Georgia State University, consisteva in un esperimento cognitivo in cui le scimmie, singolarmente, venivano poste davanti ad un videogioco e ad un joystick che potevano manovrare. In particolare i macachi dovevano spostare il cursore manovrato dal joystick sulla lettera S o D a seconda della quantità di pixel che vedevano sullo schermo. In particolare la lettera S stava per “sparse”, indicando una piccola quantità di pixel, mentre la lettera D stava per “dense” indicando una quantità di pixel maggiore. Ad una risposta esatta coincideva l’erogazione di un premio commestibile mentre una risposta sbagliata portava alla messa in pausa del gioco per qualche secondo. Le scimmie, però, avevano la possibilità di scegliere una terza opzione: laddove non riuscissero a risolvere il quesito, potevano spostare il cursore sul segno “?” e passare alla domanda successiva senza avere nè un premio nè l’interruzione del gioco. Gli studiosi hanno rilevato come spesso le scimmie scegliessero questa opzione, risultato mai registrato nel caso delle scimmie cappuccine, che non consideravano affatto la terza opzione. Tutto questo ha portato ad un interessante risultato: “i macachi sanno di non sapere” e questo è il risultato di un lungo processo di evoluzione. Tali risultati portano a spostare l’attenzione sul fatto che la consapevolezza del pensiero non sia solo una prerogativa umana.

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