Pechino discute del piano quinquennale

Si è aperta lo scorso fine settimana la sessione del parlamento cinese, che di fatto è un organo del Partito Comunista. E come nella tradizione dei comunisti, anche nella Cina del 2011 si discute di piani quinquennali, ossia della programmazione e della previsione dell’economia per il lustro a venire.

Obiettivo dei prossimi cinque anni sarà per Pechino fermare la corsa all’inflazione, giunta al 4,9%, che rischia di disseminare malcontento popolare in città, così come nelle campagne, e di aumentare i salari, per migliorare il potere di acquisto delle famiglie e fare uscire dalla povertà milioni di persone, che ancora ne sono coinvolte.

Per l’aspetto che, invece, più riguarda il resto del mondo spicca la volontà dimostrata dal parlamento di Pechino di ridurre progressivamente la dipendenza del Paese dalle esportazioni e dagli investimenti stranieri, sostituendoli con i consumi interni.

In sostanza, Pechino punta più alla crescita interna che a continuare a crescere grazie all’estero.

Un obiettivo forse troppo ambizioso, dato che la quota dei consumi interni sulla crescita del pil è addirittura diminuita negli ultimi mesi. Non solo. Il tasso medio di crescita previsto per i prossimi 5 anni è del 7%, contro l’8% del lustro appena trascorso. Un rallentamento che avrebbe conseguenze in termini di prezzi delle materie prime, volate a livelli mai così alti, che in una prospettiva di rallentamento della crescita cinese, potrebbero ora iniziare una discesa, tornando a livelli più razionali e compatibili con l’economia reale.

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