Crisi libica, la Lega e i”quattro punti”. Il comando alla Nato o l’Italia si ritirerà

Le prime perplessità espresse da Umberto Bossi nell’immediato post-attacco, sono divenute nella serata ieri il nodo politico che il Governo sarà chiamato a sciogliere nei prossimi giorni.
Il problema che è stato posto dagli esponenti della Lega è stato portato all’attenzione del Presidente del Consiglio dallo stesso Bossi, sul volo che ha riportato il Capo del Governo da Milano a Roma.
Tuttavia, in sintonia con lo spirito delle parole utilizzate dal Capo dello Stato nei giorni scorsi, le richieste della Lega, ferma l’unità di intenti che deve guidare l’azione governativa in questi casi, sono state presentate nel rispetto della prassi istituzionale, in modo molto diverso dall’irruenza che aveva caratterizzato le prime reazioni a caldo.
Nei confronti della crisi libica infatti, la linea guida che anima l’azione di tutte le forze politiche è quella della fermezza e della sobrietà.

Già dai primi momenti successivi al lancio dei missili, la posizione della Lega era stata chiara. Umberto Bossi aveva subito dichiarato che il partito si sarebbe schierato contro l’intervento in quanto questo tipo di soluzione avrebbe potuto accrescere il numero dei clandestini diretti verso le coste di Lampedusa.
Pronta la risposta del Ministro La Russa che aveva affermato: “Avremmo fatto volentieri a meno di intervenire, ma non possiamo sottrarci alle nostre responsabilità“.
La giornata di ieri è proseguita sulla falsa riga dei giorni precedenti, con l’insolita vicinanza di posizioni tra Sinistra Ecologia e Libertà, la formazione di Nichi Vendola, e la Lega appunto.
La situazione si è però sbrogliata nella tarda serata, con l’incontro chiarificatore tra Berlusconi e Bossi, sul volo di ritorno da Milano, che ha tradotto in fatti e in prassi le perplessità dei giorni scorsi.

Dal punto di vista tecnico infatti la Lega si è impegnata a sostenere il Governo, dando pieno appoggio alle posizioni che saranno assunte nel corso del periodo della crisi, per non minare la credibilità del Paese dinanzi alle diplomazie internazionali, ma ha richiesto l’approvazione di alcuni punti fondamentali che, per la precisione, saranno quattro.
La discussione sarà portata oggi in Consiglio dei Ministri e l’intento è quello di inserire le richieste della Lega nella risoluzione parlamentare che la maggioranza sta preparando e che dovrebbe impegnare il Governo a proseguire nella propria azione con regole chiare e precise.
In particolare l’attenzione della Lega si è concentrata su quattro punti:

RISPETTO DEGLI ACCORDI CON LA LIBIA La preoccupazione maggiore riguarda la fornitura di petrolio e gas che la Libia assicura costantemente all’Italia. La Lega auspica che, nonostante le operazioni belliche in atto, le relazioni commerciali e finanziare con Gheddafi non vengano interrotte, per non pregiudicare negativamente l’economia del nostro Paese.

COMANDO IN CAPO ALLA NATO La seconda, ma non meno fondamentale, condizione è quella della riassegnazione dell’attuale comando delle operazioni. Il primo attacco è stato infatti scagliato da Francia, Inghilterra e Usa con i transaplini che hanno assunto un ruolo di guida. Per la Lega, in ossequio ai dettami della Risoluzione 1973 dell’Onu, le Nazioni che intendono partecipare alla protezione dei civili libici devono affidare il comando delle operazioni alla Nato, così da garantire la rigorosa osservazione delle condizioni dettate dall’Onu e il rispetto degli obiettivi della stessa. Altrimenti bisognerà ridiscutere il ruolo dell’Italia che potrebbe anche revocare la disponibilità delle proprie basi militari. Si ritiene infatti che la migliore garanzia del rispetto degli impegni sia rappresentata da un comando congiunto ed unificato sotto l’egida della Nato che avrebbe un’autorevolezza e una legittimazione maggiore di quella assunta dai singoli Stati con l’iniziativa di sabato.

GESTIONE DELL’ESODO E’ l’argomento che già dall’inizio delle sommosse in Tunisia ed Egitto preoccupa la Lega e Umberto Bossi. La situazione a Lampedusa è divenuta insostenibile e ciò ha provocato la reazione veemente da parte dei cittadini. L’obiettivo della Lega è quindi quello di impegnare l’Unione Europea a farsi carico anch’essa del problema dello smistamento dei profughi, per una questione non solo ideologica ma puramente giuridica. Con l’abbattimento delle frontiere interne, l’Unione Europea ha acconsentito che si creasse un confine comune. Il cittadino straniero che entra in uno dei Paesi membri, entra nei confini europei e ciò non può non coinvolgere l’istituzione comunitaria. Si chiederà dunque che venga rafforzata l’agenzia Frontex e che anche gli altri Paesi si facciano carico dell’accoglienza dei clandestini.

BLOCCO NAVALE E’ l’ultima richiesta del Carroccio e forse quella che farà più discutere. Se da un lato infatti si chiederà all’Ue di occuparsi dei clandestini che già sono giunti in Italia – l’ultimo barcone è stato avvistato a largo di Lampedusa verso l’una di questa notte – dall’altro si cercherà di regolarizzare nuovamente i flussi. Il blocco navale dovrà quindi essere applicato nei confronti della Libia ma anche degli altri Paesi che affacciano sul Mediterraneo, così da ridurre il più possibilel’afflusso di immigrati non provenienti dalle zone di guerra.

L’analisi delle proposte avverrà nel Cdm di oggi e si valuterà la possibilità di unificare le risoluzioni di Pdl e Lega.
Sul versante delle opposizioni, bisgona registrare che l’Idv ha invece proposto la soluzione opposta.
Il testo presentato prevede infatti l‘immediata sospensione dei Trattati in vigore col Governo di Tripoli.
Si attende dunque la decisione dell’Aula che potrebbe registrare l’accordo della maggior parte dei gruppi nel caso che il testo finale contenga direttive chiare e precise per l’azione da proporre in questa crisi.

 

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