Fitch e S&P declassano Portogallo, ma sono fiduciosi su Italia

Due grosse batoste inevitabili hanno colpito il Portogallo nelle ultime ore. Ieri, l’agenzia internazionale di rating Fitch aveva declassato il debito sovrano di Lisbona di due notch, portandolo a A- da A+. Poche ore dopo segue la scia Standard & Poor’s, che porta la sua valutazione sul Portogallo a BBB da A-.

Il creditwatch per S&P rimane negativo, dopo la mancata approvazione del pacchetto di austerità finanziaria del governo socialista di Socrates, che ha portato alle dimissioni dell’esecutivo di Lisbona.

A questo punto, le due agenzie rimangono piuttosto sfiduciate sulla capacità del Paese di potersi indebitare sui mercati finanziari, a tassi sostenibili. Si attende inesorabile un intervento esterno di salvataggio, in assenza del quale si prevedono rischi consistenti per la tenuta dello stato lusitano.

Quanto all’Italia, invece, Fitch giudica sicuro il nostro Paese, poichè a fronte di un alto livello di indebitamento pubblico, il debito privato resta molto basso. La situazione a medio termine, dunque, viene vista tranquilla, dicono dall’agenzia, basta che il governo porti a termine gli impegni assunti.

In conseguenza del declassamento del Portogallo, i titoli di Lisbona sono schizzati a rendimenti record. I decennali viaggiano ormai sopra l’8%, e l’ascesa dei tassi riguarda ancora di più i quinquennali e i titoli con scadenza a due anni, cioè il periodo di riferimento ritenuto più a rischio solvibilità.

In aumento anche lo spread con i Bund tedeschi, che passa a 472 punti base sul decennale, in crescita di 11 punti base. Sono in pochi a giudicare sostenibile l’indebitamento del Portogallo a questi tassi. Un intervento della BCE e UE sembra molto vicino.

Impostazioni privacy