A Venezia aperta la caccia al torturatore del gatto nero

Stava sul ciglio di una strada di Mirano, in provincia di Venezia, quando è stato ritrovato e raccolto da una volontaria che lo ha soccorso. La vittima della violenza questa volta è un piccolo gattino nero di 8 mesi, spaventato a morte per le torture subite. Il malcapitato gattino ha subito un numero elevato di sevizie, le orecchie gli sono state tagliate e probabilmente chi gli ha fatto del male ha provato anche un gusto sadico nel tagliargli più volte la coda e nel provocargli l’enorme ferita che si estende su tutto il corpo. Ora di quella ferita resta una grande cicatrice, ma non si sa se il gattino riuscirà a farcela. Rita Asolati, che ha preso con sè il gattino e lo tiene insieme a sua marito a casa sua, spera nella sua guarigione, soprattutto perchè il micino è molto giovane e potrebbe farcela a riprendersi.

Ma le ferite più difficili che il gattino dovrebbe rimarginare sono quelle psicologiche, infatti il cucciolo trema ogni volta che sente una voce maschile, e come dargli torto d’altronde. Chi si è accanito su di lui lo ha fatto con una violenza inaudita, tanto che si pensa che sia stato un gruppo di più persone a fare del male al gatto. La stessa Rita, che gestisce il rifugio Mamma Rosa a Venezia che si è preso cura del gatto, ha messo a disposizione una ricompensa in denaro di 300 euro per chiunque trovi i colpevoli di questo crimine. L’Associazione animalista Mamma Rosa, inoltre, ha intenzione di sporgere denuncia per maltrattamento animale contro ignoti. Da oltre 20 anni questa associazione si occupa di animali più sfortunati e oggi è decisa a combattere contro chi si è macchiato di una tale violenza.

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