Omicidio tassista Luca Massari: richiesto processo per omicidio volontario

L’11 novembre 2010 moriva il tassista milanese Luca Massari. Un omicidio che toccò profondamente l’opinione pubblica per la brutalità dell’aggressione avvenuta per futili motivi. L’uomo, aggredito il 10 ottobre con calci e pugni ripetuti da tre individui –Morris Michael Ciavarella di 32 anni, e i due fratelli Piero e Stefania Citterio, rispettivamente 26 e 29 anni-, dopo un mese di coma moriva nel letto dell’ospedale, dove era stato ricoverato senza essersi mai svegliato. L’aggressione era stata scatenata da un banale incidente, che aveva visto coinvolto il taxista e il cane della donna che, sfuggito al controllo della padrona, si era riversato in strada andando incontro al taxi di Luca Massari. Quest’ultimo, sconvolto, era prontamente sceso dall’auto per scusarsi ma, invece di trovare il turbamento addolorato della padrona che aveva perso il suo amico fedele, ha trovato una morte illogica. Quest’evento infatti ha fatto scatenare la furia dei tre aggressori che hanno picchiato a morte il taxista milanese.

Il pm Tiziana Siciliano ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa dell’omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Inoltre sarebbe stato richiesto il rinvio a giudizio anche per una quarta persona che, sentita due volte dagli inquirenti, avrebbe cercato di sviare le indagini con affermazioni confuse e non veritiere.

Le ricostruzioni del magistrato sull’accaduto, i colpi inferti da Ciavarella al taxista, una ginocchiata in testa e la spinte che hanno mandato a terra il povero Luca Massari, sono stati determinanti a minare irrevocabilmente la salute e la vita della vittima.

Piero Citterio è accusato anche di aver aggredito un giornalista che aveva scattato qualche foto sul luogo incriminato, lanciandoglisi contro sia a mani nude e sia con l’ausilio del manico di una scopa colpendolo ripetute volte, ferendo gravemente anche questa seconda persona, che si trovava sul luogo del crimine nell’esercizio della sua professione. Inoltre è anche accusato di aver appiccato il fuoco all’auto di una testimone che aveva iniziato a dare indicazioni concrete sugli aggressori.

Il GUP designato in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio è Stefania Donadeo.

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