La Corte Costituzionale boccia i “sindaci-sceriffi”. Proteste dalla maggioranza

E’ arrivato lo stop della Corte Costituzionale sulle norme relative all’ampliamento dei poteri dei sindaci. Le disposizioni censurate dalla Consulta erano infatti contenute nel cosiddetto “pacchetto sicurezza”, approvato nel 2008 dal Governo, che prevedeva appunto la possibilità per il sindaci di approvare, in base ad un allargamento dei propri poteri, ordinanze riguardanti alcuni illeciti, come la prostituzione o l’accattonaggio. In particolare, secondo i giudici della Corte, le norme sui cosiddetti sindaci-sceriffi, avrebbero violato gli articoli 3, 23 e 97 della Costituzione, contraddicendo dunque il principio di eguaglianza, la riserva di legge in materia di prestazioni personali ed il principio di imparzialità della Pubblica Amministrazione.

A giudizio della Consulta quindi, la previsione della possibilità per i sindaci di approvare ordinanze riguardanti illeciti di questo tipo rischia di introdurre un regime di eccessiva parcellizzazione e differenziazione tra i cittadini, in quanto ogni singolo Comune avrebbe così la possibilità di interpretare in maniera diversa stessi tipi di illeciti.
Un secondo profilo di incostituzionalità è stato poi rinvenuto nella mancata previsione di una legislazione unitaria in materia.
Il fatto che il pacchetto sicurezza contenesse una serie eterogenea di norme, tra cui quella dichiarata incostituzionale, manifesta la mancata volontà, da parte del Governo, di regolamentare in modo chiaro e ordinato la materia, aspetto che invece andrebbe sviluppato.

Pronta la risposta del Ministro Maroni, che ha definito la sentenza “un errore a cui rimediare“.
Sulla stessa lunghezza d’onda, Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, che, ancora più duramente, ha dichiarato: “Se ci saranno più reati nelle città si saprà di chi è la colpa, questa sentenza è un modo per disarmare le buone ragioni della legge e dell’ordine”.
E’ intervenuto sulla questione anche Marco Reguzzioni, Presidente dei deputati della Lega, il partito che più aveva spinto per l’approvazione del pacchetto sicurezza, che ha così commentato la decisione della Consulta: “Questa sentenza è politicamente inaccettabile.
Dalle opposizioni invece, arriva compatto un plauso alla Corte. Gianclaudio Bressa (Pd) ha infatti dichiarato che la responsabilità della bocciaturaè tutta del Governo che, non aveando ascoltato gli avvertimenti e le proposte che allora le opposizioni presentarono, ha perso un’occasione per far risparmiare qualche soldo agli italiani“.

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