Immigrazione, i permessi provvisori non aprono l’area Schengen. Maroni: “Usciamo dall’Europa”

Sono giorni difficili per i rapporti Italia-Ue. Il contrasto, scoppiato con l’arrivo dei primi migranti, rischia di raggiungere livelli di allerta già in queste ore, anche se, nonostante le divergenze, la Commissione Europea ed il Presidente del Consiglio stanno provando a ricucire lo strappo.
I motivi di disaccordo con l’Unione Europea risalgono all’inizio degli sbarchi a Lampedusa, quando il Ministro Maroni ed il Governo tutto avevano richiesto un intervento forte dell’istituzione comunitaria per evitare che Lampedusa e l’Italia fungessero da unico avamposto di ricezione dei migranti. Nonostante le promesse di erogazioni di fondi e di rafforzamento dell’agenzia europea Frontex però, l’opposizione di alcuni Governi, in particolare quello francese, non ha permesso di elaborare un piano ordinato di smistamento dei migranti, col risultato che gli stessi, oltre ad essere rimasti sul territorio italiano, nella maggior parte dei casi, sono anche riusciti a fuggire dai centri di accoglienza.

Di fronte all’emergenza, il Governo ha allora cercato di fronteggiare la situazione con l’emissione di permessi di soggiorno provvisori, attraverso i quali si riteneva di poter permettere agli immigrati di uscire dal nostro Paese per recarsi in altri Stati europei, meta ultima della maggioranza dei clandestini. Ma il rifiuto dell’Europa, ed in particolare della Commissaria Malmstrom, ha dato inizio allo scontro frontale. Secondo l’Europa infatti, i permessi provvisori, pur essendo pienamente rispettosi delle regole stabilite per l’accesso all’area Schengen, non potrebbero garantire la libera circolazione, in quanto non sarebbero soddisfatti alcuni requisiti importanti, primo fra tutti la dotazione di un passaporto.
Tale affermazione ha suscitato la reazione veemente del Ministro Maroni e di una buona parte dell’opinione pubblica italiana. Secondo il titolare del Viminale, una presa di posizione di questo genere annulla il lavoro fatto in sede di concessione dei permessi provvisori (che ha visto un enorme passo indietro della Lega), in quanto la loro erogazione non permette ai migranti di lasciare l’Italia.
L’Europa è egoista. Che senso ha rimanere in questa istituzione?” – è la domanda, riportata da “La Padania”, che il Ministro si pone.
Gli fa eco Avvenire, il quotidiano dei vescovi, che accusa l’Unione di “fornire uno spettacolo deprimente.

Dall’opposizione invece si levano gli scudi. Per Emma Boninola decisione dell’Europa sancisce il fallimento di Berlusconi”, mentre il Pd torna a chiederne le dimissioni perchè “le affermazioni del Ministro sono deliranti ed infangano tutto il Governo“.

Toni più pacati invece da parte di Silvio Berlusconi che già ieri ha tentato di sopire gli animi dichiarando di non voler parlar male dell’Europa.
Inoltre, proprio nel momento di massima tensione, è arrivato in soccorso il Presidente della Commissione Europea Barroso, che ha contattato telefonicamente il Premier per chiarire la posizione dell’Ue.
Si attende quindi la prossima mossa che, complice anche lo stallo di queste ore, è destinata a rimescolare ancora una volta gli equilibri.

 

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