Banca Mondiale, ogni minuto 68 poveri in più al mondo

Cifre preoccupanti vengono fornite dalla Banca Mondiale, secondo la quale, dallo scorso mese di giugno a oggi, i poveri nel mondo sono aumentati di 44 milioni, mentre rischiano di aggiungersi alla schiera di coloro che hanno meno di 1,25 dollari al giorno altri 10 milioni di persone.

Il motivo principale di tale boom della povertà nel mondo è l’esplosione dei prezzi alimentari, cresciuti nell’ultimo anno a tassi da capogiro: il mais del 74%, il grano del 68% e la soia del 36%.

Le ragioni di tale crescita vertiginosa dei prezzi sta in alcune concause, che messe insieme hanno determinato questa situazione esplosiva: anzitutto, l’aumento della domanda di cibo da parte delle economie emergenti, che si configura, quindi, come un fattore strutturale con cui dovremmo fare i conti in modo crescente, negli anni prossimi; eventi catastrofici, come alluvioni e siccità, che hanno decimato i raccolti in Paesi come Australia, Russia e anche la Cina; infine, le restrizioni alle esportazioni di molti stati hanno aggravato il fenomeno.

Pertanto, il Presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick, chiede che vengano rimosse le misure che in alcuni stati limitano le esportazioni, in quanto sarebbero un fattore di amplificazione della crisi dei prezzi.

Quanto al fattore speculazione, determinato dalla compra-vendita dei titoli derivati sulle commodities, Zoellick ha affermato che questa non è in genere la causa principale, ma in alcune situazioni potrebbe comportare un aumento delle oscillazioni delle quotazioni.

E se gli USA sono per imporre un tetto massimo ai prezzi, l’Europa sarebbe orientata verso una linea più “market friendly”, ossia di maggiore discrezionalità concessa agli organismi di vigilanza, ma senza mettere in dubbio il libero mercato dei titoli derivati.

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