Nucleare addio, Romani annuncia decreto rinnovabili

E’ durata poco l’esperienza di sostegno dell’Italia al ritorno al nucleare. Una maledizione sembra che abbia colpito il piano energetico, in precedenza presentato dal governo, che puntava alla riapertura delle centrali nucleari, chiuse dopo il disastro di Chernobyl del 1986, tramite un referendum, che bloccò l’energia atomica nel nostro Paese.

L’altro disastro di Fukushima, di appena cinque settimane fà, avvenuto in Giappone, a causa del terremoto e poi dello tsunami, che hanno messo a dura prova l’impianto di raffreddamento della centrale, con conseguenze ancora tutte da valutare, ha spinto il governo italiano prima a chiedere e sottoscrivere in Europa una moratoria di un anno, per l’apertura di nuove centrali nucleari, poi, con l’annuncio di ieri, di fatto si conclama la fine ufficiale del piano nucleare.

Il Ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, spiega, infatti, che oggi verrà presentato alla Conferenza Stato-Regioni un piano energetico nazionale, il cui schema, che verrà prossimamente approvato, prevede di bloccare i finanziamenti e l’individuazione dei siti per la costruzione di centrali atomiche in Italia, fin tanto che non saranno meglio conosciuti gli effetti di quanto accaduto in Giappone. Lo stesso Romani ha poi aggiunto che il piano punta alle rinnovabili, con l’adozione di un decreto, che sarà la giusta mediazione tra le istanze degli oltranzisti, che rifiutano solo l’idea di ridimensionare gli incentivi, e quelle di chi voleva la cancellazione totale degli incentivi medesimi.

In sostanza, pare che abbia prevalso nel governo l’ala guidata dal Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, già critica per possibili tagli agli incentivi per le imprese di produzione di energia rinnovabile, che al sud stanno attecchendo, con possibili ricadute molto positive sul fronte dell’occupazione.

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