Governo, cresce ala anti-Tremonti

Il governo dovrebbe procedere a un rimpasto della sua squadra, dopo la Pasqua, completando così il quadro delle caselle rimaste vuote, dopo la fuoriuscita dalla maggioranza di Fini e dei suoi esponenti, nonchè cercando di meglio rappresentare dentro l’esecutivo l’altro gruppo, nato dalla scissione di Fli e del Terzo Polo, i cosiddetti “Responsabili”. Ma mentre il Premier Berlusconi è impegnato a mettere mano al suo governo e a dare gli input necessari per le riforme in cantiere, in primis la giustizia, nonchè a spendersi in prima persona per le amministrative di maggio, dentro al governo e al Pdl cresce l’insofferenza contro il Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. E se nessuno, fino ad oggi, aveva esplicitamente accusato Tremonti, dalle fila del Pdl, di essere un problema, adesso lo ha fatto in modo chiaro e senza tentennamenti il Ministro per i Beni Culturali, Giancarlo Galan, già governatore del Veneto, che accusa Tremonti di fare perdere consenso e di essere un ostacolo a una politica liberale, realmente di centro-destra.

Ci è andato piuttosto pesante Galan contro il suo collega di governo, sostenendo che non ci si può presentare alle prossime elezioni con uno come Tremonti, che fu e rimane un socialista. Uno, aggiunge Galan, che con i suoi tagli lineari fa perdere consenso al governo, perchè non è in grado di scegliere. Poi l’affondo: “Ricordiamoci che Tremonti entrò in Parlamento con il Patto Segni, sostenuto dal centro-sinistra”, quindi, è uno che non avrebbe niente a che fare con le idee liberali del centro-destra, secondo il ministro.

Certo, Galan riconosce a Tremonti il merito di non avere fatto sprofondare l’Italia, durante la crisi, come la Grecia, ma non si vincono le elezioni con questi discorsi, rimarca.

Le dichiarazioni di Galan confermano quanto è emerso ormai da tempo, ossia l’insofferenza crescente dentro la maggioranza verso un ministro come Tremonti, la cui politica sembra sempre più essere espressione di una coalizione di centro-sinistra, caratterizzata da misure anti-mercato (vedasi ultimo decreto anti-scalate), con nessuna previsione di liberalizzazioni e di riduzione strutturale di spesa pubblica e tasse. E’ verosimile che da qua al 2013, le redini dell’economia possano essere prese dallo stesso Premier Berlusconi, per dare una sterzata in senso liberale alle misure del governo, perchè Tremonti, su questo versante, ha già dimostrato di non sentirci.

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