Firenze, scontro tra Cgil e Renzi su negozi aperti il primo maggio

A Firenze si è aperto un vero e proprio caso, non tanto per l’importanza della questione, quanto per la delicatezza dei rapporti che esso sta provocando, all’interno del mondo della sinistra, a capo dell’amministrazione cittadina, e del sindacato. Il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, infatti, ha deciso di consentire che per la festività del primo maggio i negozi in città possano rimanere aperti, avvalendosi della possibilità concessa ai comuni di decidere in tal senso; una misura che rientra nel pacchetto delle liberalizzazioni di Bersani, della famosa lenzuolata.

La Cgil, però, non pare che abbia gradito questa iniziativa, addirittura, considerandola provocatoria. Il segretario confederale, Susanna Camusso, infatti, ha attaccato il sindaco di Firenze, sostenendo che sarebbe ridicolo pensare di rilanciare i consumi, aprendo in una giornata festiva, quando il vero problema dei consumi sta nei redditi bassi.

Renzi ha ribattuto piuttosto seccato alle accuse della Cgil, spiegando come la misura non sia altro che l’avvalersi di una possibilità prevista dalla legge Bersani, e che il Comune di Firenze ha deciso di consentire l’apertura dei negozi anche in questa data festiva, per sfruttare l’ondata turistica che la città vive tradizionalmente in questa giornata, dando l’opportunità ai negozi, quindi, di approfittare della presenza di numerosi turisti. 

Secondo Renzi, tra aprile e maggio, anche quest’anno si sarebbe registrato il tutto esaurito nelle prenotazioni degli albergi, per cui la misura consentirebbe ai turisti di godere di un servizio in più, oltre che essere un’opportunità per i commercianti fiorentini, ricordando come da oltre un secolo Firenze sia meta turistica in questo periodo dell’anno.

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