Lega avverte: noi contrari alle bombe su Tripoli

Il vertice tra Italia e Francia, tenutosi ieri a Roma, pare abbia rilanciato i rapporti tra i due Paesi, nonchè quelli personali tra il Premier Berlusconi e il Presidente Sarkozy. Certo, ancora non sono passate le polemiche sulla gestione dell’intervento militare in Libia, così come peserà nelle prossime settimane l’andamento degli sbarchi sulle coste siciliane sui rapporti italo-francesi. Tuttavia i toni sono stati distesi e non solo per formalità: in conferenza stampa, ad esempio, Berlusconi ha ricordato come la Francia abbia fatto la sua parte sull’immigrazione, accogliendo 50 mila immigrati all’anno negli ultimi anni, contro i 10 mila dell’Italia, riconoscendo lo sforzo molto alto di Parigi; per non parlare della benedizione che il Presidente del Consiglio dà all’operazione Lactalis-Parmalat, auspicando la creazione di grossi gruppi industriali italo-francesi, per meglio concorrere a livello internazionale. E infine, Roma appoggia la richiesta di Parigi sui bombardamenti in Libia, dopo che il nostro governo aveva fatto intendere che non avrebbe concesso le basi Nato per bombardare l’esercito di Gheddafi.

Non poteva andare meglio al vertice, con un clima di grande cordialità tra i due rappresentanti per l’Italia e la Francia e, nei fatti, si è raggiunto un accordo complessivo su tutti i dossier aperti da settimane di polemiche roventi, al limite dello scontro diplomatico.

Ma il leader del Carroccio, Umberto Bossi, non ci sta e dalle colonne de “La Padania” grida al colonialismo francese, dicendosi contrario al bombardamento italiano di Tripoli. Berlusconi rasserena tutti, confermando che le cose con la Lega sono a posto.

Ma allora cosa succede? Perchè Silvio ha voluto fare la colomba con Sarkò, dopo settimane di duro scontro tra i due?

In realtà Berlusconi forse vorrà giocare d’astuzia. Sul fronte dell’immigrazione, preso atto che la Francia sarà disposta anche ad alzare un muro per impedire che migliaia di tunisini attraversino la frontiera dall’Italia, con l’accordo di ieri con Parigi ha voluto dirottare il problema su Bruxelles, chiedendo congiuntamente una revisione di Schengen. In sostanza, Roma e Parigi farebbero in modo che l’Europa sia costretta a prendere atto della questione immigrazione per legiferare in modo più restrittivo sulla libera circolazione degli immigrati, nonchè dovendosi accollare parte del problema, che oggi ricade interamente sull’Italia.

Quanto alla questione di Parmalat, a meno che non si immagini una svolta bolscevica a Roma, non si potrà bloccare un’operazione di libero mercato, quale quella di Lactalis. Berlusconi, con il suo placet di ieri all’Opa francese, ha preso già formalmente le distanze dalla linea economica dirigista e anti-mercato di Tremonti, sconfitto su tutta la linea, il quale adesso dovrebbe prendere atto del fallimento personale.

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