Eurolandia, ma quanto siamo indebitati!

L’ufficio statistico di Bruxelles Eurostat ha diffuso un paio di giorni fà i dati relativi all’indebitamento dei Paesi della zona euro e di tutti i ventisette stati dell’Unione Europea, rendendo anche possibile il confronto con l’anno precedente.

Nel 2010, il rapporto tra deficit e pil in Eurolandia (stati che hanno adottato la moneta unica) si è attestato al 6%, contro il 6,3% del 2009. Un segnale di lieve flessione, sebbene il livello rimanga pari al doppio della soglia massima fatidica del 3%, indicata nella tabella di marcia di rientro dal deficit eccessivo, entro il 2013, e previsto come limite anche dal Patto di stabilità.

Nella UE a 27 stati, invece, il rapporto è stato del 6,4%, contro il 6,8% dell’anno precedente. Quindi, complessivamente, in tutta Europa si registra una discesa del deficit, in rapporto al pil.

Nota dolente, invece, il rapporto tra debito e pil, che complice la bassa crescita nominale del pil, è schizzato all’85,1%, dal precedente 79,3%, per l’Eurozona, mentre per la UE-27 è passato all’80%, contro il 74,4% del 2009.

Dunque, la soglia psicologica dell’80% è stata infranta e ciò conferma le preoccupazioni dei mercati su un eccessivo indebitamento, avvenuto in fase di crisi, in tutta Europa, e in misura più marcata nella zona euro.

Quanto poi alle curiosità, resta ben poco da sorridere. Il record di rapporto tra deficit e pil spetta all’Irlanda, con la stratosferica percentuale del 32,4% nel 2010, mentre la maglia nera del debito spetta alla Grecia, con il 142,8% del pil, seguita a distanza dall’Italia, che nel 2010 ha raggiunto un debito del 119% del pil. 

Ma l’Italia conferma una performance positiva del suo deficit, che nel 2010 si attesta al 4,6% del pil, contro il 5,4% del 2009; un calo significativo, che pone il nostro Paese tra gli stati con minore tendenza all’indebitamento, di gran lunga al di sotto della media europea.

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