Mourinho,ora le scuse sono d’obbligo

I grandi condottieri si vedono non nelle vittorie, ma nella capacità di saper reagire alle sconfitte in maniera signorile e senza troppa arroganza. Dopo il grande clasico di ieri sera, però, Mourinho ha dimostrato di non saper perdere cercando di spostare tutta l’attenzione dai suoi errori a quelli, presunti, arbitrali.

Eppure non abbiamo visto lo scorso anno Guardiola andare in conferenza stampa furibondo chiedendo come un disco rotto, “Porquè” il gol d’Iniesta al 92” fosse stato annullato.

Il fallo di Pepe su Dani Alves è un fallo brutto, in una zona del campo in cui è inutile commettere falli del genere: piede a martello che và non sul pallone ma sull’uomo.

Da regolamento un fallo del genere può essere sanzionato col rosso, ci sono assolutamente gli estremi per un’espulsione. Si può chiudere un occhio in una semifinale di Champion’s, e sanzionarlo solo con il cartellino giallo, ma non si tratta assolutamente di un errore arbitrale clamoroso.

Una squadra che si chiama Real Madrid, che gioca in casa, nel tempio del calcio per venticinque minuti senza un uomo, dovrebbe avere la capacità di reagire e mantenere il risultato, senza gli isterismi del suo allenatore che invece si fa espellere a sua volta, compromettendo da solo il passaggio del turno. Una squadra incapace di imporre il suo gioco, pur avendo in campo e in panchina i nomi più grandi del calcio internazionale, da Ronaldo a Casillas, da Higuain a Benzema, da Sergio Ramos a Xabi Alonso. Mourinho, per questo, dovrebbe chiedere scusa ai suoi tifosi.

Un allenatore capace di fare uno show in conferenza stampa, adducendo la vittoria ai poteri forti dell’UNICEF, l’organizzazione mondiale che si prende cura dei bambini cui il Barcellona devolve anche molti soldi ogni stagione, oltre a perdere quelli degli introiti per lo sponsor sulla maglia. Un’affermazione del genere va censurata, perchè fa perdere credibilità a chi da sempre è dalla parte non dei più forti, ma dei più deboli. Mourinho, per questo, dovrebbe chiedere scusa ai milioni di bambini che l’UNICEF ha aiutato e sta aiutando tutt’ora.

Di Stefano, uno dei giocatori più forti della storia del calcio, sicuramente il più completo mai esistito, aveva detto che giocare con Pepe a centrocampo era follia. Uno stopper, in molti frangenti della partita, a fare da Play-Maker, vertice alto di un centrocampo con lui a fare da raccordo tra la linea mediana e quella della trequarti. Mourinho, per questo, chiedi scusa a Di Stefano per non averlo ascoltato, e a noi che amiamo il calcio.

Direi che le tue scuse, a questo punto, sono obbligatorie.

 

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