Parmalat, cordata italiana tratta con Lactalis

Dopo il lancio clamoroso dell’Opa dei francesi di Lactalis su Parmalat, Intesa-Sanpaolo, che avrebbe dovuto fare da regia per una nascente cordata italiana anti-Lactalis, starebbe trattando con la controparte, al fine di giungere a un’intesa tra i francesi e la Cassa depositi e prestiti. Obiettivo sarebbe di fare entrare gli italiani, in una fase successiva alla realizzazione dell’Opa, con una quota intorno al 10% delle azioni, e con una rappresentanza all’interno del cda, in modo tale da potere partecipare alla nuova gestione aziendale, sebbene in veste di azionisti di minoranza.

Lactalis starebbe valutando con favore l’ipotesi di un accordo, che avrebbe il pregio di non inimicarsi, più di quanto non lo abbia fatto fino ad ora, il mondo politico italiano e di alleggerire l’importo necessario a realizzare l’Opa sul restante 71% delle azioni, il che avverrebbe se la Cdp acquistasse una quota, ad esempio del 10%.

Dal canto suo, la Cdp sgancerebbe cirrca 500 milioni di euro, che appunto corrispondono a un decimo del valore delle azioni di Parmalat.

Si scopre poi che prima di Pasqua era nato un tavolo, che aveva visto protagonisti i francesi di Lactalis e la potenziale cordata nazionale, per giungere a un accordo. Ma il tavolo saltò subito e non se ne fece nulla, come evidenzia il lancio dell’Opa subito dopo la Pasqua.

E i rapporti non si erano mai interrotti tra le due parti, anche nelle fasi più tese, cosa che non era nota fino ad oggi.

Comunque vada, è evidente che adesso gli italiani dovranno trattare da posizioni di inferiorità e di debolezza, non avendo la forza economica per rilanciare sull’offerta proposta dai francesi. Dovranno limitarsi ad aspirare alla posizione di azionisti di sostegno alla gestione francese, ma niente di più. La quota italiana in Parmalat, se realizzata, sarà di pura rappresentanza.

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