Croce celtica in commissariato polizia: scatta l’indagine

La foto della croce celtica nel commissariato di PoliziaPrimo maggio, giorno di festa, giorno in cui non desta particolare sorpresa ritrovarsi in piazze piene di bandiere, soprattutto quelle dei sindacati. Primo maggio 2011, Milano, via Cadamosto: sopra il portone del Commissariato di polizia “Città studi” sventolano il tricolore italiano e le stelle della bandiera europea. Tutto rientra nella normalità e allora i passanti scorrono via senza neanche alzare gli occhi; tutti tranne uno la cui attenzione è attratta però non dalle bandiere esposte fuori al commissariato ma da una che sembra appesa sul muro di una stanza all’interno della stazione di polizia e che si intravede dalla finestra: una croce celtica, simbolo che richiama alla memoria il triste periodo della dittatura fascista e che la legge italiana vieta di esporre in uffici pubblici così come tutti i simboli di estrema destra. L’uomo, incredulo, scatta una foto che in breve fa il giro del web e scatena reazione indignate da parte degli utenti della rete.
Immediata scatta un’indagine interna da parte delle forze dell’ordine che comunque provano a spiegare l’accaduto, con una prima versione che parla di un atto goliardico.
Subito dopo arriva una seconda versione dalla questura di Milano secondo cui il simbolo non era appeso al muro ma semplicemente appoggiato e altro non era che uno degli oggetti sequestrati la sera del 29 aprile, dopo che alcuni militanti di Forza Nuova avevano tentato di introdursi nello “Spazio Guicciardini”, dove era in corso una commemorazione dell’Associazione nazionale partigiani italiani. La bandiera, che si trovava nell’ufficio politico del Commissriato, è stata poi successivamente riposta – precisano dalla Questura –  insieme a tutti gli altri reperti.

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