Approvata in forte ritardo la par condicio sui referendum di Giugno

Nel tardo pomeriggio di ieri le agenzie di stampa battono la notizia: approvato il regolamento sulla par condicio che disciplina l’informazione del servizio pubblico sui referendum. Sergio Zavoli (Presidente della Commissione Vigilanza RAI) che nei giorni scorsi non aveva nascosto la sua contrarietà per il fortissimo ritardo da parte dell’Azienda, ora finalmente tira un sospiro di sollievo ed auspica un nuovo corso, anche riferendosi alla nomina del nuovo DG, Lorenza LeiFavorevoli tutti i partiti politici meno il radicale Marco Beltrandi.

Dopo ripetuti annunci di imminente accordo che si erano succeduti nelle scorse settimane, la situazione era in stallo fino a stamane. Ancora una volta il PDL aveva fatto mancare il numero legale e la seduta si era conclusa con un nulla di fatto, mentre i comitati per il ‘si’ al referendum contro il nucleare  e la privatizzazione dell’acqua, insieme al Popolo Viola, manifestavano di fronte a palazzo San Macuto per protestare contro l’ennesimo inghippo che rischia di avere ulteriori conseguenze sulla serena scelta dei cittadini.

Dopo lo “scippo” del quesito che riguarda il ritorno all’utilizzo dell’energia nucleare (sul quale si attende ancora la decisione della Consulta circa l’ammissibilità, in seguito alla mossa a sorpresa del Governo Berlusconi) non c’è quindi pace per gli organizzatori delle 4 consultazioni.

Ripetuti appelli nelle ultime ore ai Presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, sia da parte del PD con Paolo Gentiloni (componente della Commissione di Vigilanza e responsabile Forum ICT del Partito Democratico) e sia del leader di Italia dei Valori, Antonio Di Pietro che aveva scritto una lettera per sollecitare un immediato intervento nella vicenda: ”…I membri di maggioranza della commissione, con il loro comportamento ostruzionistico, ormai da un mese stanno impedendo all’organo parlamentare di varare il regolamento che detta indirizzi e disposizioni alla Rai per la campagna referendaria. Si tratta di un obbligo di legge al quale si sarebbe dovuto adempiere fin dal 4 aprile scorso, data d’indizione dei referendum del 12 e 13 giugno…”

Anche il capogruppo di IDV, Massimo Donadi, era intervenuto direttamente in aula per lo stesso motivo, raccogliendo l’impegno di Fini. Gli appelli non sono caduti nel vuoto, infatti Fini e Schifani nella serata di ieri hanno fato pervenire alla stampa una nota dove assicuravano l’adozione di iniziative per agevolare la soluzione della questione.

L’appello di Donadi e la risposta di Fini
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