Berlusconi candida Tremonti ma la Lega frena

Una storia di continue scintille e riappacificazioni, questa sembra essere in sintesi la natura dei rapporti tra il premier Silvio Berlusconi ed il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Nemmeno una settimana fa, dopo gli ultimi sviluppi della vicenda Parmalat-Lactalis (dai più interpretata come uno “smacco” alla politica del Ministro) si leggeva su Il Giornale “Tremonti aizza la Lega” ossia quasi una dichiarazione di guerra, presto ridimensionata e smentita da ambienti della maggioranza. Ieri invece a Porta a Porta, in un’intervista esclusiva, Berlusconi è arrivato a fare il nome di Tremonti addirittura quale suo possibile successore.

L’annuncio, visto il fortissimo legame del Ministro con la Lega Nord, può essere indubbiamente letto come l’ennesima mossa tattica per raffreddare i rapporti (tesi in particolar modo a causa della questione dell’intervento militare in Libia) tra Berlusconi e Bossi. “Ci sono delle situazioni del bilancio che richiedono assoluto rigore, Tremonti non può inventarsi disponibilità di bilancio che non ci sono“, questa l’ulteriore attestazione di stima, nonché difesa per l’operato del Ministro troppo spesso al centro di accuse sull’eccessivo contenimento della spesa pubblica. Parlando da Bruno Vespa, il premier minimizza poi l’entità della frattura consumatasi in questi giorni, ribadendo che il voto alla mozione leghista conferma la solidità del Governo e, al contrario, mette in risalto le divisioni dell’opposizione.  Secondo Berlusconi gli attriti tra Pdl e Lega sarebbero stati enfatizzati anche a causa del periodo di campagna elettorale.

Nel Pdl ancora poche reazioni, sostanzialmente positive, tra cui quella di Angelino Alfano, già “lanciato” in precedenza come candidato, che si limita ad annuire.
Nessun entusiasmo in casa leghista: “Dopo di lui non ci sarà il diluvio. Berlusconi resterà a lungo, si sa che io sono amico di Tremonti ma secondo me Berlusconi dice le cose per allontanare il più possibile il momento” dichiara Umberto Bossi, mentre Roberto Calderoli in un’intervista al Corriere della Sera pronuncia una frase ambigua: “Da amico di Tremonti mi preoccupo: i delfini spesso finiscono nelle reti. O sbranati dagli squali“.
Intanto Marina Berlusconi si affretta a smentire per l’ennesima volta un suo diretto coinvolgimento politico prossimo venturo, dichiarando sempre al Corriere: “La leadership non si trasmette per via ereditaria o per investitura, ciascuno se la deve conquistare sul campo

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Dalle opposizioni invece parole sarcastiche: “Dopo aver bruciato la candidatura alla futura presidenza del Consiglio di Angelino Alfano, oggi Berlusconi ha bruciato anche quella di Giulio Tremonti. Chi sarà la terza vittima?”, dichiara Nico Stumpo, del Partito Democratico.
Anche il vicepresidente dei deputati di Futuro e Libertà, Giorgio Conte, afferma in una nota: “Dopo Alfano tocca a Tremonti. A questo punto siamo ansiosi di scoprire i nomi che arriveranno nelle prossime settimane e che si giocheranno la leadership nel PdL. Magari tra qualche mese Silvio Berlusconi indicherà anche Giorgio Stracquadanio e Domenico Scilipoti“.

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