Matteo Renzi sul Pd: così non è credibile

Altra carica del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, noto alle cronache nazionali come il “rottamatore” del Pd, che intervistato da Libero ha voluto dire ancora una volta la sua sulla condizione della coalizione di centro-sinistra a cui appartiene. L’intervista giunge dopo le dichiarazioni del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale qualche giorno fa, in occasione della commemorazione di Antonio Giolitti, ha affermato che la sinistra resterà sempre all’opposizione, se non diventerà credibile. A dire il vero, forse è un fatto inedito che il Capo dello Stato, in Italia, faccia una critica così chiara a un partito o coalizione, tanto che i malumori nel centro-sinistra sono stati parecchi. E sulla scia delle dichiarazioni di Napolitano, Renzi non si è sottratto alle domande e ha affermato che ciò che deve fare la sinistra è essere credibile, affidabile e concreta. Renzi fa notare come in molte città, anche in Lombardia e Veneto, la sinistra vince le elezioni per il sindaco anche con il 55-60% dei voti. Poi, quando nelle stesse realtà si va a votare per le politiche, i rapporti di forza cambiano e il centro-destra vince. Evidentemente, suggerisce Renzi, ciò significa che la sinistra non è in grado di raccontare una storia. Quando, a livello nazionale, la sinistra svolazza ideologicamente, gli elettori non la seguono, mentre quando si concentrano su fatti concreti, come l’amministrazione delle città, allora vince.

Ma l’affondo di Renzi non è neppure iniziato, perchè il sindaco di Firenze evidenzia come in tutti i Paesi, cambiano i leader, mentre i partiti restano gli stessi. In Italia invece – aggiunge – le persone rimangono le stesse e cambiano i nomi dei partiti, chiarendo come ciò riguardi tutti i partiti, ma che gli stia a cuore il rinnovamento della classe politica del suo Pd.

Ancora una volta, poi, torna sul famoso incontro con Berlusconi ad Arcore, che scatenò le ire di tutto il centro-sinistra e gli valse l’appellativo di “venduto”, etc.

Renzi conferma che lo rifarebbe, perchè in un qualsiasi stato, il sindaco di una città, specie grande, come Firenze incontra senza problemi il capo dell’esecutivo. E sulla missione in Libia, infine, ammette che la mancata convergenza tra le due coalizioni è stata l’ennesima occasione persa per mostrare unità in politica estera.

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