L’affondo di Fini e il mezzo passo indietro di Berlusconi

Alcuni sono magistrati valorosi, anzi degli eroi, mentre per altri ci vuole una commissione d’inchiesta per il sospetto che formino un’associazione a delinquere, ed il Pdl si farà carico di chiederla”. Ecco le ultime rettifiche proferite da Silvio Berlusconi, nella cornice del processo Mills, dove è presente per la prima volta come imputato per l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari. E che questa sia anche una risposta indiretta alle critiche che piovono da tutte le parti, ultimi della serie il Presidente della Repubblica ed il leader della Lega Nord, è lecito sospettarlo. Ma oggi il premier non è l’unico a tener banco con dichiarazioni a raffica. Gianfranco Fini sarà ospite nella puntata in onda stasera della trasmissione di Rai 3 “Potere” condotta da Lucia Annunziata e già si conoscono alcuni passaggi chiave della registrazione.

In ordine sparso, il Presidente della Camera parla del personaggio Berlusconi che “… sa bene che la sovranita’ appartiene al popolo, ma e’ allergico a ogni contrappeso… non concepisce che all’interno di un partito possano esserci critiche, voti contrari… è un uomo che ha un bisogno spasmodico di essere amato…” e spiega i suoi rapporti con lo stesso “… non provo astio per Berlusconi ma non sopporto le bugie che racconta, come quando dice che me ne sono andato io via dal Pdl oppure che c’è un patto tra me e i magistrati.”

Poi passa ad analizzare la situazione dal punto di vista politico: “Su otto degli ultimi dieci anni è stato al Governo un signore di nome Silvio Berlusconi. E’ difficile scaricare tutte le colpe sugli altri e gli italiani ormai l’hanno capito…” ed ancora “…il berlusconismo è in via di superamento perché l’opinione pubblica ha compreso che il grande sogno, quello che ha rappresentato il biglietto da visita di Berlusconi, si è infranto contro la realtà…”.

Fini dà anche la sua lettura dei pesanti e continui assalti portati dal cavaliere: “Non riesce a riempire di fatti le promesse con cui raccoglie il consenso e finisce per aver bisogno di un nemico. Questo può essere il comunismo, la magistratura politicizzata, il giornalismo militante, l’alleato infedele, il complotto internazionale”.

Infine, la frase più forte che suona come una promessa su cui si giocherà il tutto per tutto: “Berlusconi non sara’ mai presidente della Repubblica, per il semplice motivo che non controllerà la maggioranza del prossimo Parlamento

Con queste premesse al vetriolo, è probabile che stasera l’audience di Rai Tre subirà una impennata.

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