Tensioni USA-Pakistan su raid bin Laden

A oltre una settimana dal blitz americano ad Abbottabad, 60 km da Islamabad, in Pakistan, che ha causato la morte dell’uomo più ricercato al mondo, lo sceicco del terrore Osam bin Laden, si torna a discutere del raid, tra inedite rivelazioni, ricostruzioni fantasiose e notizie ufficiali. L’ultima dichiarazione della Casa Bianca è di Jim Carney, portavoce del Presidente USA, Barack Obama, il quale ha dichiarato che l’America non intende porgere le sue scuse al Pakistan per avere effettuato un blitz sul suo territorio senza pre-avviso e il coinvolgimento delle forze pakistane. Una versione, quella di Carney, che spazza via in un solo colpo le dichiarazioni del Segretario di Stato, Hillary Clinton, subito dopo l’uccisione di bin Laden, che aveva parlato di collaborazione con il Pakistan, già allora messa in forte dubbio da fonti stesse ufficiali. Le dichiarazioni del portavoce della Casa Bianca non sono un atto puramente formale, anche per il linguaggio usato; Carney, infatti, ha aggiunto che già in campagna elettorale Obama aveva parlato della possibilità di agire unilateralmente sul territorio pakistano, qualora si fosse reso necessario.

E’ la prima volta da quando è arrivato al potere Obama che questa amministrazione parli di unilateralismo e lo rivendichi, quale atto di necessità, avendo prima fortemente attaccato la politica estera molto unilaterale di George W.Bush.

Ma gli sviluppi della faccenda non sono tanto un caso di politologia, quanto il termometro dei rapporti piuttosto deteriorati tra USA e Pakistan, perchè gli USA sospettano apertamente che il governo di Islamabad sia coinvolto nella copertura della latitanza di bin Laden, in quanto sarebbe poco credibile che nessuna fonte istituzionale sapesse del covo a poca distanza dalla capitale.

Lo stesso premier Yousuf Raza Gilani, ieri, fiutando l’aria, ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per verificare se qualcuno dall’interno del governo avesse avuto notizia del nascondiglio di bin Laden o lo avesse coperto in qualche modo.

Dichiarazioni che non potranno giovare a fare scendere i sospetti e la diffidenza di tutto l’Occidente verso quello che si starebbe rivelando come un falso alleato, ufficialmente schierato con la lotta al terrorismo, ma di fatto vedrebbe pezzi delle istituzioni con Al Qaida. E gli USA hanno dimostrato che non dimenticano.

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