Invalsi: al via il test delle polemiche

GelminiÈ partita ieri la cinque giorni dedicata ai test Invalsi nella scuola italiana: fino a venerdì gli studenti di elementari, medie e, per la prima volta, delle superiori risponderanno ai questionari di misurazione dell’apprendimento e di riflesso del sistema scolastico nazionale. Come ogni anno, con i test arrivano immancabili le polemiche: la divisione è netta tra chi sostiene, con il ministro dell’Istruzione Gelmini in testa, che sono uno strumento indispensabile per la valutazione della scuola italiana e chi invece li ritiene non adatti allo scopo e utili solo a schedare i ragazzi.

POLEMICHE – Il test, che non è obbligatorio, è articolato in diverse prove: italiano, matematica e questionario dello studente e sarà sostenuto dagli alunni della seconda e quinta elementare, della prima media e della seconda superiore. Molte le espressioni di dissenso verso la prova Invalsi con alcuni studenti che hanno deciso di boicottare i questionari. I dubbi maggiori riguardano la privacy: secondo chi contesta la metodologia adottata per i test, infatti, la presenza di un codice identificativo sopra il documento ministeriale permette di risalire allo studente che ha risposto alle domande. E proprio contro tale problematica alcuni studenti del Liceo Classico Socrate a Roma hanno cancellato i codici identificativi mentre nello stesso istituto altri 15 studenti hanno consegnato il test in bianco.

Ma le proteste riguardano tutta Italia e non si fermano al primo giorno della prova: per giovedì l’Unicobas ha già proclamato lo sciopero dell’ultima ora di lezione nella scuola media mentre per venerdì la protesta durerà tutta la giornata e ci sarà una manifestazione a Roma.studenti

LA REPLICA DELLA GELMINI – Non si cura delle polemiche Mariastella Gelmini che tira diritto per la sua strada e annuncia: “Sui test non si torna indietro. In tutti i paesi funziona così: è il punto di partenza per avere una scuola migliore”. Il ministro dell’istruzione non prende in considerazioni le proteste che ci sono state in tutto il paese (“i test sono stati boicottati da poche persone”) e risponde alle critiche sulla mancanza di privacy per gli studenti e sulla poca attendibilità del test, che nelle scuole di secondo grado sono uguali per tutti gli indirizzi: “I risultati vengono valutati in modo statistico, attraverso l’utilizzo di procedure stabilite in un codice di trattamento dei dati approvato dal garante per la privacy. Test uguali tra gli indirizzi? I questionari non devono misurare le nozioni dei ragazzi ma le loro competenze. I test sono preparati da un gruppo di insegnanti, esperti e ricercatori che seguono precise linee metodologiche adottate peraltro anche a livello internazionale “

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