Milano, campagna elettorale tra ministeri e aggressioni

Moratti e PisapiaMeno sette giorni al ballottaggio per l’elezione del sindaco di Milano, ancora cinque giorni di campagna elettorale che si preannunciano tutt’altro che all’insegna del politically correct. D’altronde il risultato del primo turno ha sorpreso un pò tutti e, con l’elevata posta in gioco, c’è poco da stare a guardare alle maniere: tutti i mezzi sono buoni per portare a casa la vittoria. C’è da dire che anche nei giorni che hanno preceduto il primo turno non erano mancati i colpi bassi e l’accusa lanciata alla fine del dibattito su Sky dalla Moratti a Pisapia ne è un esempio lampante, ma ora  ci si gioca davvero il tutto per tutto e non sempre si ottiene il risultato sperato. E, infatti, succede che la promessa annunciata da Calderoli e confermata da Bossi, cioè spostare un paio di ministeri nel capoluogo lombardo, fa andare su tutte le furie il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che ha descritto l’idea come una “balla colossale” aumentando così le divisioni all’interno di una maggioranza che ha bisogno di tutto, tranne che di polemiche interne. Meglio concentrarsi sulla delegittimazione del rivale e allora ecco una raffica di accuse su candidato del centrosinistra: da “farà diventare Milano una zingarapoli” a “farà della città una mecca dei gay“. Ma ancora non basta perché gli avversari devono essere dipinti come violenti (d’altronde sono comunisti) e allora ecco che arriva la denuncia di un’aggressione subita dalla madre dell’assessore Alan Rizzi che afferma di essere stato colpita e fatta cadere a terra da un sostenitore di Pisapia (i verbali dei vigili urbani, secondo quanto riportato dal Il Fatto Quotidiano, parlano però di diverbio).

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Ma anche dall’altra parte non stanno certo con le mani in mano ed è lo stesso candidato sindaco del Pd che attacca parlando di aggressioni subite da parte di due suoi sostenitori: “Una in via Osoppo e una in centro da parte di militanti del centrodestra. La differenza è che noi abbiamo fatto i nomi. Nomi e cognomi sono stati fatti nelle denunce che gli aggrediti hanno presentato. Non ho usato insulti, menzogne – continua Pisapia – né accenti o modalità di dialogo non utile: c’è un dialogo violento che demonizza l’avversario”. Clima avvelenato quindi a Milano e destinato ancora a salire ancora di più con l’avvicinarsi del giorno del voto.

 

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