Spagna, oggi amministrative del crollo socialista

Oggi, 35 milioni di spagnoli sono chiamati alle urne per rinnovare i consigli municipali e quelli regionali, per un totale di oltre 68 mila consiglieri comunali e 824 deputati regionali. Il voto di oggi è di estrema importanza, sia perchè coinvolge tutta la Spagna, e perchè cade a circa 10 mesi dalle prossime elezioni politiche, di cui sono considerate un test molto atteso. Le indicazioni della vigilia darebbero i socialisti di Zapatero, al governo nazionale dal 2004, in crollo verticale, mentre i popolari di Rajoy otterrebbero un vero e proprio boom, conquistando aree tradizionalmente nelle mani del PSOE. Queste elezioni avvengono in una situazione economica molto nera per il Paese, con un tasso di disoccupazione al 21%, il più alto in Europa, e del 45% tra la popolazione giovanile, anch’esso il più alto di gran lunga in tutta Europa. La Spagna rischia persino il default, sebbene il pericolo si sia allontanato nelle ultime settimane, e più volte il debito pubblico e le più importanti banche iberiche sono stati declassati dalle agenzie di rating internazionali, con minacce pendenti di eventuali altri “downgrade”.

Con il voto di oggi, i socialisti potrebbero prepararsi ad andare all’opposizione, con un’insoddisfazione così crescente per come sarebbe stata gestita la crisi, che in questi ultimi giorni di campagna elettorale è esplosa nel popolo dei cosiddetti “indignatos“, ossia di migliaia di giovani, accampati in tende in piazza Puerta del Sol a Madrid, per protestare contro la crisi che sta distruggendo un’intera generazione spagnola. Sebbene la protesta sia rivolta contro tutti i partiti, è evidente che il danno d’immagine maggiore lo abbia il Partito Socialista, in quanto al potere da anni a Madrid.

Eletto per la seconda volta nel 2008, qualche mese prima dell’esplosione della crisi, Zapatero ha perso da allora tutto il suo smalto e la sua popolarità ha subito un tracollo, al pari della sua immagine, tanto che già il mese scorso il premier ha annunciato che non si ripresenterà alle prossime elezioni politiche del marzo 2012.

Riusciranno i socialisti a recuperare parte del consenso perduto, dopo l’annuncio del ritiro di Zapatero? Questa sera, inizieremo ad avere qualche indicazione, ma di certo il malcontento degli spagnoli non lo si colmerà solo con questo.

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