Spagna, socialisti cercano leader da bruciare nel 2012

La svolta. E’ questo quanto è accaduto in Spagna domenica scorsa, quando alle ore 20.00, chiusi i seggi, gli exit poll iniziavano a dare l’indicazione di quel tracollo verticale dei socialisti dello Psoe, che poi si sarebbe materializzato nelle ore successivo, con lo spoglio. La sinistra è stata spazzata via da tutte le regioni, restando in sella solo in Andalusia, dove non si votava, e nei Paesi Baschi, dove la situazione politica è delicatissima, a causa di spinte secessioniste. Perdono tutte le roccheforti, come la storica Barcellona, che guidavano dal 1979. Una debacle che forse ha superato persino le pessime aspettative del premier Luis Zapatero, il quale ha confermato che non si ripresenterà in corsa per le prossime elezioni per il 2012. Travolti dall’onda azzurra dei popolari, venuto meno il banale tentativo mediatico di generalizzare tutto, dando spazio e visibilità al movimento qualunquista degli “indignados”, i socialisti hanno dovuto fare finalmente i conti con le gravissime responsabilità di ciò che gli spagnoli avvertono come una cattiva gestione della crisi, confermata da un tasso di disoccupazione del 21% e del 45% tra i giovani, record assoluti in Europa, e non solo.

Caduto Zapatero, nel senso di leadership, adesso i socialisti hanno una bella gatta da pelare, essendo alla ricerca sia di un successore alla premiership, sia di un metodo per individuarlo. Il premier sta tentando di gestire una tregua interna e una mediazione tra lchi vorrebbe le primarie subito (come richieste da una parte dello Psoe e che aprirebbero la strada a una faida mediatica tra i candidati, non facile da digerire per l’elettorato, dopo una sconfitta così pesante e a meno di 10 mesi dalle elezioni politiche) e quanti vorrebbero l’indizione di un congresso straordinario.

La soluzione di un congresso che trovi il nome del candidato è respinta da Carme Chacòn, una delle pretendenti alla guida del partito, che si contrapporrebbe al ministro dell’interno Alfredo Perez Rubalcaba. La prima, 40 anni, sarebbe forse più gradita alla base, che pur riconoscendo le qualità del sessantenne Rubalcaba, lo ritiene uomo dell’apparato.

Il fatto è che un po’ tutti i possibili papabili alla successione starebbero tentennando nel mostrarsi disponibili a correre per le elezioni del 2012 alla guida del Partito socialista. Il rischio è che venga incoronato il meno gradito per evitare di bruciare un buon candidato,  il quale dovrebbe almeno saltare un turno, se vorrà avere possibilità concrete di farcela.

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