Pil USA rallenta, crescita più debole

Ieri, sono stati diffusi i dati sulla crescita del pil nel primo trimestre del 2011 e le cifre hanno deluso gli analisti, confermando, invece, le difficoltà dell’economia americana a posizionarsi su un sentiero stabile di crescita. Contrariamente alle previsioni, che davano il pil in accelerazione sull’ultimo trimestre del 2010, i numeri parlano di un tasso annualizzato dell’1,8%, contro il +3,1% dell’ultimo scorcio dello scorso anno. Gli economisti avevano previsto un +2,2%.

A pesare negativamente sul dato della crescita sono stati i consumi, che rappresentano oltre i due terzi del pil americano. I consumi privati sono, infatti, cresciuti del 2,2% su base annua, ma meno del 2,7% dell’ultimo trimestre del 2010, contro una previsione di +2,8%. E’ evidente che anche le famiglie americane risentono del surriscaldamento dei prezzi, che a livello internazionale hanno raggiunto i livelli pre-crisi , in campo alimentare.

Il problema dei prezzi non è stato preso in adeguata considerazione negli USA di Obama e del presidente Fed, Ben Bernanke, che hanno sempre sottovalutato le conseguenze di impatto di una crescita dell’inflazione.

Si mostrano deboli anche i numeri sui profitti delle imprese, pur in crescita dell’8,5% sul primo trimestre del 2010. Ma preoccupa maggiormente il dato sulla disoccupazione, con un incremento di richieste dei sussidi, che toccano la cifra di 424 mila, in rialzo di 10 mila unità, contro una previsione di un calo a 404 mila richieste.

La delusione è stata palpabile anche a Wall Street, con gli indici in perdita per quasi tutta la seduta, sebbene poi ci sia stato un recupero sul finale, addirittura mettendo a segno un risultato positivo.

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