L’ex governatore Fazio condannato a 4 anni

Il Tribunale di Milano ha condannato l’ex governatore di Bankitalia, Antonio Fazio, a quattro anni di reclusione, per aggiotaggio, oltre a una multa di un milione e mezzo di euro, all’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e dalla professione per due anni e alla non possibilità di contrattare con la pubblica amministrazione.

Una sentenza abbastanza severa contro il numero uno di Palazzo Koch, il cui calvario iniziò a metà del 2005, quando furono intercettate le sue chiamate con Gianpiero Fiorani, per il famoso caso della scalata alla Banca Antonveneta. In particolare, in una sua chiamata neò cuore della notte, Fazio comunicò a Fiorani di avere apposto la sua firma, riferendosi all’Opa su Antonveneta.

Da lì, nacque tutta una serie di indagini, che portò a scoprire quello che furono definiti “i furbetti del quartierino“. In sostanza, l’accusa a Fazio, non solo da un punto di vista penale, fu quella di essersi trasformato da arbitro del sistema bancario italiano a giocatore, essendo pure il regista di fusioni e acquizioni tra banche, tenendo fuori dalla porta i capitali stranieri, al fine di creare un sistema protetto da prede estere.

Fazio rifiutò sempre quelle accuse, così come ieri ha commentato la sentenza, sostenendo di avere operato sempre per il bene comune. Di certo, fu un grande protagonista degli anni Novanta e la sua azione, piaccia o meno dirlo, fu alla base dell’irrobustimento delle banche italiane, evitando che fossero acquisite e smembrate dalle più grandi e solide banche straniere. Peccato, che dal 2001, con i famosi bond argentini, iniziò a cancellare tutto, con azioni, le cui conseguenze sono alla base della sentenza di ieri.

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